giovedì 6 marzo 2014

“Fruitvale Station”, la disumanità dell’umano (trailer)

La locandina 
Scheda del film
Un film di Ryan Coogler. Con Michael B. Jordan, Octavia Spencer, Melonie Diaz, Ahna O'Reilly, Chad Michael Murray, Kevin Durand. Titolo originale Fruitvale Station. Drammatico Usa 2013. Durata 85'. Wider. Uscita giovedì 13 marzo 2014.

Trama del film
Il film ripercorre le ultime ore di vita del ventiduenne Oscar Grant III, dalla mattina del 31 dicembre 2008, giorno del compleanno di sua madre e illumina la quotidianità e gli ostacoli che il ragazzo deve fronteggiare nel tentativo di diventare una persona migliore.

Tema del film
La creazione è ispirata da un fatto realmente accaduto. Secondo me, che ne ho letto qua e là per il web, vale la pena andare a vedere questo film. Non tanto per gli svariati riconoscimenti che ha mietuto (tra cui il trionfo ai ‘Gotham Awards’ di New York, dove si è aggiudicato i due premi per cui era candidato [miglior attore rivelazione per Michael B. Jordan e miglior regista rivelazione per Ryan Coogler], la vittoria al ‘Sundance Film Festival’ del premio come miglior film e del Premio del Pubblico e la bella figura a Cannes con il Prix de l’Avenir; negli Usa ha già incassato circa venti milioni di dollari), quanto per l’originalità dell’impresa del cineasta esordiente (autore anche della sceneggiatura). Insomma, dare fiducia a questo Fruitvale Station è, a mio avviso, un “obbligo” (doverose le virgolette… ) per l’originalità della trovata: sul grande schermo Coogler mette in modo decoroso ed efficace l’insieme caotico di spezzettate riprese con telefonino, nella loro velata grossolanità, utile però quale testimonianza descrittiva  dell’inumanità dell’umano.

L'attore protagonista,
Michael B. Jordan
Dare fiducia a questo film, mi ripeto, perché pare abbia sì delle pecche (non è che uno esordisce nella perfezione, come spesso vogliono farci credere ma noi sappiamo che quand’è così c’è sotto qualcosa… ) ma più meriti. Una pecca, ad esempio, è “l'ansia da cui è affetta la sceneggiatura – rileva Marianna Cappi di Mymovies.it - di voler riempire ogni istante di quotidianità” privando in tal modo “il film di quei momenti di astrazione che l'avrebbero fatto levitare”. Pecca, ripeto, che in teoria dovrebbe rappresentare un mezzo fallimento dell’opera filmica. Ma il flop, a mio avviso, non può esistere se è accertato che non ha intaccature l’efficacia con cui il giovane cineasta mette in scena l’inclemente istantaneità del dramma che va a consumarsi.

Una scena del film
Non si può sorvolare, per promuovere Fruitvale Station, neppure sull’ottima prova dell’attore protagonista Michael B. Jordan che riesce nel non facile compito di rappresentare le diverse tonalità caratteriali del personaggio. Il quale affronta “i piccoli e grandi ostacoli che la sua decisione di mettere la testa a posto incontra continuamente… ”, scrive ancora Cappi. Ripeto, per me è da vedere.

Stefano Marzetti

(si ringrazia anche Cinefilos.it)

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