Un film di Carlo Mazzacurati. Con Valerio
Mastandrea, Isabella Ragonese, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Antonio
Albanese, Giuseppe Battiston. Commedia, Ita 2013. 01 Distribution. Uscita
giovedì 24 aprile 2014.
Trama del film
Un tesoro
nascosto in una sedia, un’estetista e un tatuatore che, dandogli la caccia, s’innamorano,
un misterioso prete che incombe su di loro come una minaccia. Dapprima rivali,
poi alleati, i tre diventano protagonisti di una rocambolesca avventura che,
tra equivoci e colpi di scena, li vedrà lanciati all’inseguimento dai colli
alla pianura, dalla laguna veneta alle cime nevose delle Dolomiti, dove in una
sperduta valle vivono un orso e due fratelli.
Tema del film
Per questa sua ultima fatica, che arriverà postuma
sul grande schermo, il magistrale regista veneto Carlo Mazzacurati (Padova, 2
marzo 1956 – Padova, 22 gennaio 2014) già da tempo gravemente ammalato, forse
proprio prevedendo di non arrivare al rivedere il suo film in sala, ha deciso
di restare fedele al tema a lui più caro, quello delle persone che nel momento
più buio della loro esistenza inseguono la grande opportunità per una svolta
che ne cambi improvvisamente il destino. È, in poche parole, ciò che chi ha già
visto La sedia della felicità, ha
riscontrato nel lungometraggio basato sulla sceneggiatura scritta a sei mani
dallo stesso Mazzacurati, con Doriana Leondeff e Marco Pettenello. Così come a
restare la stessa è l’ambientazione, cioè la terra d’origine di questo artista,
il Veneto appunto, quel Nord-Est una volta ‘locomotiva’ economica d’Italia ma
oggi anch’esso colpito in modo doloroso dalla depressione.
Carlo Mazzacurati giovane cineasta. Alle sue spalle il collega romano Nanni Moretti (foto Corriere.it) |
Albanese e Bentivoglio in una scena de La lingua del santo |
Carlo Mazzacurati negli anni
Settanta fu tra i primi studenti a frequentare il Dams (Discipline arte, musica
e spettacolo) di Bologna e nel 1979, grazie a un'eredità, riuscì a girare il
suo primo lungometraggio, Vagabondi,
con il quale nel 1983 partecipò al festival milanese Filmmaker vincendo un
premio di distribuzione offerto dalla Gaumont. Tuttavia, di lì a breve, la
Gaumont venne smobilitata e il film non riuscì a uscire nelle sale. Da quel
momento sono state tante le pellicole alle quali Mazzacurati ha lavorato,
sia come regista sia come sceneggiatore (e in alcuni casi anche come attore). Il prete bello (1989), Un'altra vita (1992), L'unico paese al mondo (1994), Il toro (1994), Vesna va veloce (1996), L'estate
di Davide (1998), La lingua del santo
(2000, come suddetto) per citare solo alcune delle opere da lui dirette, fino alle più
recenti, il documentario Medici con l'Africa del 2012 e, appunto, il
film che ho voluto presentare con questo articolo. Una «storia assurda», l’ha definita
lo stesso regista in un'intervista della scorsa estate, sul set in Val di
Fassa, «un misto fra commedia pazzesca e commedia sentimentale, per questo il
titolo provvisorio La regina della neve richiama un registro fiabesco, in qualche modo questa dimensione di fiaba
attraversa tutto il film».
Stefano Marzetti
Nessun commento:
Posta un commento
Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.