lunedì 17 marzo 2014

Quelli che forse non avete ancora visto (con trailer)

La locandina Usa
Captain Phillips

Mia valutazione: **** = 8


Scheda del film
Un film di Paul Greengrass. Con Tom Hanks, Barkhad Abdi, Barkhad Abdirahman, Faysal Ahmed, Mahat M. Ali, Michael Chernus, Corey Johnson, Max Martini, Chris Mulkey, Yul Vazquez, David Warshofsky, Catherine Keener, Christopher Stadulis, John Magaro, Roger Edwards, Riann Steele, Max Wrottesley, Angus MacInnes, Rey Hernández, Georgia Goodman, Omar Berdouni, Vincenzo Nicoli, Mark Holden, Terence Anderson, Kristin Waluk, San Shella. Titolo originale: Captain Phillips. Azione, Usa 2013. Durata 134'.

Trama del film
È la disamina a diversi livelli del dirottamento della nave porta container Usa Alabama da parte di una banda di pirati somali realmente avvenuto nel 2009. Il film è allo stesso tempo un thriller ad alta tensione e un ritratto della miriade di effetti collaterali della globalizzazione. La storia è incentrata in particolare sulla relazione tra il comandante dell’Alabama - il capitano Richard Phillips - e la sua controparte somala, Muse.

Cosa ne penso
Mi sento di dire subito che questo bellissimo film del 53enne cineasta britannico Paul Greengrass (uno che ama lavorare con Matt Damon, vedi i due episodi della saga di Born e il coinvolgente Green Zone nel 2010) ha sdoppiato la mia percezione degli eventi (cosa, peraltro, che può accadere in molti casi). La reazione inconscia immediata è quella di prendere le parti del comandante Phillips, il solito, straordinario due volte Oscar, Tom Hanks (cito solo Forest Gump del 1994 e Salvate il soldato Ryan del 1998). Man mano che la vicenda prende corpo e si ha il tempo di riflettere, mi sono spostato progressivamente – anche se non del tutto – dalla parte dei pirati somali condotti da Barkhad Abdi (quest’anno ha sfiorato l’Oscar come ‘non protagonista’ proprio per Captain Phillips, suo primo impegno cinematografico), nonostante le loro azioni diventassero sempre più violente e insensate.

Una scena con i pirati in azione
Non v’è dubbio alcuno che la vera vittima sia il comandante della nave statunitense, mandato allo sbaraglio – insieme a tutto l’inconsapevole equipaggio - in acque ostili e impotente di fronte alla sottovalutazione della minaccia da parte della Marina, nonostante le due richieste d’intervento.  In questa porzione della narrazione filmica, viene fuori il meglio di Hanks, interprete ancora voglioso di mettersi in gioco in parti difficilissime. Il suo capitano passa dall’uomo avvezzo al comando e quindi in grado, in qualche modo, di controllare una situazione drammatica, all'essere umano 'vero', antieroe, terrorizzato, che nella parte finale del film intuisce di stare rischiando anche lui di morire per l'intervento a dir poco deciso dei navy seals (per intenderci quelli che hanno fatto fuori Osama Bin Laden), le cosiddette ‘foche’ delle missioni impossibili condotte dalla Us Navy. La
Tom Hanks in una scena del film
sua presa di coscienza del fatto che, dopo essere stato rapito, la sua patria non permetterà in alcun modo che egli sia imprigionato in Somalia, lo fa sprofondare nella disperazione. E qui vien fuori l’arte recitativa del 57enne attore californiano. I suoi occhi esprimono l’autentica paura dell’individuo abbandonato, che sta per perdere se stesso e, soprattutto, che non rivedrà mai più la sua famiglia, nella quale, s’intuisce, non va proprio tutto per il meglio.

Al contempo si vive il passaggio dalla spavalderia dei pirati che hanno sottovalutato le difficoltà della loro scorribanda, alla loro inadeguatezza che, man mano diviene coscienza di non potere nulla contro la più grande potenza mondiale, per giunta molto indispettita. È in quest’altra sezione dell’ottimo script di Billy Ray (realizzato ispirandosi al romanzo biografico scritto a quattro mani da Richard Phillips e Stephan Talty [edito da Rizzoli e disponibile anche in versione
Paul Greengrass (destra) al lavoro durante le riprese
eBook]) che ci si rende conto della miserabile esistenza di questi uomini al soldo e sotto la minaccia dei ‘signori della guerra’ di uno degli stati africani più martoriato da una violenta e caotica situazione in cui vige una totale anarchia. La necessità di dare rilevanza al disorientamento e senso di debolezza – che seguono la finta sicurezza e spavalderia della prima parte della storia – è ampiamente soddisfatta dalla sorprendente interpretazione dell’esordiente – come suddetto -
Barkhad Abdi. Un film (prodotto, fra altri, da Kevin Spacey) che rende più chiaro il dramma del fenomeno-pirateria. Pellicola essenziale, senza fronzoli né un attimo di respiro, che è d’azione e dramma allo stesso tempo ma senza cadute nel paradossale o nel lacrimevole. Molto bello e consigliatissimo.

Stefano Marzetti

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