mercoledì 19 marzo 2014

“Yves Saint Laurent”, ‘pittore’ per la gioia delle donne (con trailer)

La locandina
Scheda del film
Un film di Jalil Lespert. Con Pierre Niney, Guillaume Gallienne, Charlotte Lebon, Laura Smet, Marie de Villepin, Xavier Lafitte, Nikolai Kinski, Judi Beecher, Rani Bheemuck, Ruben Alves, Anne Alvaro, Marianne Basler, Janicke Askevold, Astrid Whettnall, Jeanne Dandoy, Michèle Garcia, Yvonne Gradelet. Biografico, Usa 2014. Durata 100'. Lucky Red. Uscita giovedì 27 marzo 2014.

Trama del film
Parigi, 1957. Yves Saint Laurent ha 21 anni e viene chiamato a prendere il posto del defunto Christian Dior nella cui maison ha già avuto modo di dar prova delle proprie qualità. Lo attende la prima collezione totalmente affidata alla sua creatività. Il successo ottenuto lo proietta ai più alti livelli della moda parigina imponendogli al contempo una continua pressione. Il ricovero per una sindrome maniaco-depressiva, in occasione della sua chiamata alle armi per la guerra in Algeria, fa sì che sia licenziato. Grazie al sostegno di Pierre Bergé, che ne diverrà il compagno e il factotum, lo stilista apre una propria casa di haute couture e YSL diverrà un marchio simbolo di eleganza e innovazione.

Tema del film
Il rischio corso quando si decide di girare un film biografico e per giunta su una figura come quella di Yves Henri Donat Mathieu Saint Laurent, è di esagerare nel dipingere il personaggio quasi fosse l’incarnazione della perfezione umana. Tralasciando di soffermarsi anche su difetti caratteriali ed errori esistenziali. In poche parole, finendo per spedire nelle sale una pellicola che mostra una vicenda distante dalla realtà e, quindi, che al cinofilo abbastanza navigato è poco credibile e perciò noiosa. A quanto dicono alcuni colleghi che hanno visto l’opera del 37enne regista parigino Jalil Lespert (esordio per lui dietro la cinepresa e, come attore, protagonista del più che apprezzato Pa-ra-da, 2008, di Marco Pontecorvo), il biopic intitolato senza premitura di meningi, Yves Saint Laurent, non è sporcato dalla suddetta leggerezza e quindi, perlopiù, promosso senza remore.

Il regista Jalil Lespert
Per quanto mi riguarda, non sono un amante spassionato dei film biografici, per il semplice (per me almeno) motivo che, se quando è ricostruito un avvenimento è lecito inserirvi qualche licenza cinematografica, con la vita delle persone non si può giocare. Per giocare intendo dire anche involontariamente mistificare, mancare il bersaglio e consegnare allo spettatore un quadro distorto della ‘celebrità’ raccontata nel film. Finisce spesso che le monografie ‘personali’ diano una sensazione di accatastamento, di accozzaglia di episodi slegati tra loro. Senza tralasciare che spesso anche grandi interpreti si scontrano con la difficoltà di riprendere in modo credibile il carattere dell’‘eroe’ in questione. Carattere che, va da sé, non può che essere complesso, come lo è quello di tutti, anche di coloro che non hanno lasciato alcun segno nell’immaginario collettivo.

Una scena del film Yves Saint Laurent
Come accade per ognuno, appunto, quella di Saint Laurent fu un’individualità sfaccettata e quindi, come detto, circoscriverla in modo fedele all’interno di un’opera filmica dev’essere stata un’impresa non semplice. Ma sembra proprio che l’operazione sia andata a buon fine, soprattutto per il fatto che il regista non si è limitato a seguire solo la carriera artistica del personaggio ma a prestare attenzione a diversi segmenti della sua vicenda. Ce lo assicura Giancarlo Zappoli di Mymovies.it, quando rileva che Jalil Lespert ha avuto l’acume di proporre il protagonista “nella lacerante situazione di chi ha lasciato la natia Algeria (da cui anche il regista proviene) e sente il peso di dover rispondere a interrogativi socio-politici a cui si vorrebbe che prestasse attenzione. La sua vita invece – scrive ancora Zappoli - sta in quelle matite che muove con la rapidità di un pittore e da cui nascono abiti che sanno valorizzare le donne rimanendo al passo coi tempi e spesso anticipandoli”. I presupposti per cui si tratti di un’opera interessante ci sono. Credo che per quanto riguarda vederlo al cinema io passerò la mano, per poi recuperarlo in altro modo.

Stefano Marzetti

Nessun commento:

Posta un commento

Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.