lunedì 28 aprile 2014

Il più bello di lunedì, prima serata, sul ‘digitale’: TV 2000 alle 21,20 (con trailer)

La locandina
Lancillotto e Ginevra

Mia previsione: ♥♥♥ = 7


La scheda
Un film di Robert Bresson. Con Luc Simon, Laura Duke, Humbert Balsam. Titolo originale: Lancelot du Lac. Drammatico, Fra 1974. Durata 85'.

La trama
L’ennesima, vana ricerca del Graal s’è conclusa. I cavalieri della tavola rotonda sono divisi in due fazioni: da una parte Lancillotto, amante della regina Ginevra, con pochi compagni; dall’altra Mordred, con la sua invidia, la sua ambizione, ed un buon numero di seguaci. Messi Artù e Lancillotto l’uno contro l’altro, Mordred riuscirà ad avere la meglio su entrambi.

Critica
Fu perlopiù alla smitizzazione della leggendaria figura di Lancillotto che il cineasta francese Robert Bresson (scomparso nel 1999 a novantanove anni), nel lontano 1974, mirò con questa pellicola (forse la sua più ambiziosa), nella quale riporta i paladini dell’onore e della lealtà a un più verosimile manipolo di assassini e saccheggiatori. Lo schiaffo all’idealizzazione di questa vicenda che riempie il mondo dell’arte in ogni sua forma, raggiunge l’acme nella sequenza del torneo con un’inquadratura “fissa sulle zampe dei cavalli, nascondendo la sostanza della giostra, lo scontro tra i cavalieri, le imprese di Lancillotto”, scrive Glauco Almonte di Cinema del Silenzio. “Il tutto è ridotto ad un processo meccanico, un alternarsi monotono di tromba, corsa dei cavalli, rumore di ferraglia e cambio della lancia per dare il via ad un nuovo scontro. L’apoteosi dell’azione priva d’alcun significato. Memorabile l’essenzialità del finale – rileva ancora Almonte - Lancillotto decide di correre in aiuto di Artù, tradito da Mordred; un cavallo scosso galoppa per il bosco; alcune frecce si conficcano nella corteccia degli alberi; il re e la sua scorta, l’eroe del Lago e il suo cavallo giacciono morti, ammucchiati come animali.

Il regista Robert Bresson al lavoro
In questo film, l’Ancillotto è “un antieroe, ottuso ed orgoglioso, che agisce senza considerare prima le possibili conseguenze, dilaniato dal conflitto interiore tra la sua fede ed il suo amore colpevole. Incapace di mantenere un proposito dettato dalla ragione e non dall’istinto. Il gesto finale, il nobile slancio in soccorso del re tradito, non è altro che l’ultimo degli errori che la sua impulsività gli fa compiere”. E ancora, la storia è “ridotta a eterno e circolare esplodere di brutalità, non senso, orrore. Un ascetismo stilistico, il suo, rispetto al quale Antonioni sembra un regista quasi commerciale”, è il commento rintracciabile ne il Morandini. Di sicuro un’opera che dovevo segnalare ma altrettanto certamente adatta a cultori di un cinema cosiddetto d’autore.

***

Quasi in concomitanza (su Italia 1 alle 21,10) un bel docu-film che appassionerà di certo gli amanti dell’automobilismo e, in particolare, i nostalgici di quel grande campione dello sport che fu il pilota brasiliano Ayrton Senna, deceduto nel 1994 in seguito a un incidente durante le prove di un gran premio. Qui sotto le informazioni basilari.

La locandina
Senna

Valutazione media: ♥♥♥ = 7,5

La scheda
Un film di Asif Kapadia. Documentario, Gb 2010. Durata 105'. Universal Pictures.

La trama
Ayrton Senna
Ayrton Senna da Silva nasce nel 1960 in una famiglia benestante di San Paolo e a diciotto anni è già in Europa a disputare i campionati internazionali di go-kart. Nel giro di pochi anni approda alla Formula 1 e si contraddistingue per uno stile di guida spettacolare e frenetico. Le sue autentiche prodezze automobilistiche, la forte devozione religiosa e l'accesa rivalità con il compagno di scuderia Alain Prost, lo portano presto a divenire una celebrità dentro e fuori dai circuiti. Per un Brasile sempre più povero e martoriato, Ayrton diventa l'emblema del riscatto e della vittoria, mentre per la Federazione della Formula 1, il giovane pilota è un talento incapace di sottostare alle politiche di gioco e ai giochi della politica.

Non ho visto questo film, quindi questo articolo è stato redatto con il supporto della critica di altri recensori, da me commentata e, dove possibile, arricchita.


st.mar.

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