domenica 27 aprile 2014

“The Monster of Florence”, George Clooney tra gli orrori di Firenze

Immagine di repertorio di uno dei delitti del 'mostro di Firenze'
Verso la terza pellicola
Sappiamo che dopo due disastrosi tentativi di trasporre in film la vicenda del ‘mostro di Firenze’ – di cui mi sembra superfluo ricostruire qui la cronaca che è rintracciabile ovunque, dalla carta stampata al web – esiste già un piano per tentare, questa volta, di raggiungere un risultato più che dignitoso. Si può quantomeno sperare, soprattutto perché di mezzo c’è un signore che di cinema ne capisce parecchio e che di nome fa George Clooney. Il titolo, se non sarà storpiato in italiano al momento di essere programmato per le nostre sale, dovrebbe essere The Monster of Florence, semplice e diretto.

George Clooney sarà produttore e protagonista del film
Precedenti disastrosi
Pietro Pacciani,
uno dei condannati
È preceduto, come accennato, da due insulti alla ‘settima arte’ quali L'assassino è ancora tra noi, del 1985, di Camillo Teti, praticamente inqualificabile per la banalità della ricostruzione dei fatti e la totale assenza di una struttura narrativa credibile. Il peggio. Pochi mesi dopo, nel 1986, ci provò Cesare Ferrario a fare un film più brutto, intitolato Il mostro di Firenze, non riuscendoci ma comunque partorendo un misero tentativo “di elaborare, con un taglio a mezza strada tra la cronaca e il romanzo, una teoria sull'identità del misterioso assassino (ma è veramente sempre lo stesso?) che tante volte colpì negli anni Ottanta a Firenze e dintorni. Instant movie a ridosso della cronaca? Difficile da fare quando il caso non è ancora stato risolto. Anche per traversie produttive, il film non è né carne né pesce. Apprezzabile rifiuto del sensazionalismo che, però, non diventa stile” (cfr. il Morandini). Difficile a credersi ma la pellicola, distribuita dalla Titanus di Goffredo Lombardo, ebbe un buon successo di pubblico (superò il miliardo di lire d'incassi), anche se alla sua uscita patì alcuni problemi con la magistratura (...) La commissione di censura, a pochi giorni dall’ingresso nelle sale, dispose il sequestro dell’opera (si fa per dire) vietandone la programmazione in tutti i cinema italiani. In seguito al ricorso presentato dalla Titanus, il film fu dissequestrato e nuovamente distribuito nel circuito ma il divieto di programmazione rimase comunque in vigore anche se solo per le sale cinematografiche della Toscana (fonte Wikipedia).

La copertina del romanzo-inchiesta
da cui sarà tratta la pellicola
Dal romanzo-inchiesta ‘Dolci colline di sangue’
Torniamo però al presente, che è meglio. Lo sceneggiatore e regista Chris McQuarrie (premio Oscar 1995 per lo script dello straordinario I soliti sospetti di Bryan Singer e regista del discreto thriller Jack Reacher - La prova decisiva con Tom Cruise nel 2012) negli ultimi giorni si è concesso una dilettevole e probabilmente proficua gita a Firenze e dintorni, ‘armato’ de La Guida Nera di Firenze, che ha già presentato a Hollywood. Il documento, tratto dal romanzo-inchiesta Dolci colline di sangue (BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 2009) di Mario Spezi e Douglas Preston (della sua riduzione cinematografica si parlava da anni), diverrà la sceneggiatura (che sarà scritta dallo stesso regista con Nathan Alexander, produttore di Operazione Valchiria nel 2008) per il racconto filmico finanziato anche dalla Smokehouse di Clooney (nel 2008 era stato Cruise ad acquistarne i diritti). L’artista di Lexington (Kentucky, Usa) ne sarà il protagonista, probabilmente nel ruolo dello scrittore, proprio l'americano Douglas Preston, che negli anni della paura si trasferì con la famiglia a Firenze. Difficile ancora stabilire quando potranno cominciare le riprese di questo ambizioso film.

Dubbi sulle conclusioni dell’indagine
Nella sceneggiatura, sintetizzando, si insinua che l'autore o gli autori della serie di otto duplici omicidi che tra il 1968 e il 1985 crearono il terrore nella provincia di Firenze, non fossero i cosiddetti compagni di merende Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Pietro Pacciani. Uno schema che potrebbe richiamare quello del discreto Zodiac (2007), il mystery-thriller di David Fincher. Ma, a differenza del soggetto di Zodiac che non dà con certezza un volto al suo killer dello Zodiaco, quello tratto dal libro di Preston e Spezi propone un'analisi finale che ipotizza una verità diversa sull'identità del feroce omicida fiorentino, sollevando un lieve dubbio su quanto accertato dalle indagini della polizia e dalle sentenze della magistratura. In conclusione, a mio avviso, il progetto è molto intrigante.


st.mar.

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