Immagine di repertorio di uno dei delitti del 'mostro di Firenze' |
Verso la terza
pellicola
Sappiamo che dopo due disastrosi tentativi di
trasporre in film la vicenda del ‘mostro di Firenze’ – di cui mi sembra superfluo
ricostruire qui la cronaca che è rintracciabile ovunque, dalla carta stampata
al web – esiste già un piano per tentare, questa volta, di raggiungere un
risultato più che dignitoso. Si può quantomeno sperare, soprattutto perché di
mezzo c’è un signore che di cinema ne capisce parecchio e che di nome fa George
Clooney. Il titolo,
se non sarà storpiato in italiano al momento di essere programmato per le
nostre sale, dovrebbe essere The Monster of Florence, semplice e
diretto.
George Clooney sarà produttore e protagonista del film |
Precedenti disastrosi
Pietro Pacciani, uno dei condannati |
È preceduto, come accennato, da due insulti
alla ‘settima arte’ quali L'assassino è ancora tra noi, del 1985,
di Camillo
Teti, praticamente
inqualificabile per la banalità della ricostruzione dei fatti e la totale
assenza di una struttura narrativa credibile. Il peggio. Pochi mesi dopo, nel
1986, ci provò Cesare Ferrario a fare un film più brutto, intitolato Il mostro
di Firenze,
non riuscendoci ma comunque partorendo un misero tentativo “di elaborare, con
un taglio a mezza strada tra la cronaca e il romanzo, una teoria sull'identità
del misterioso assassino (ma è veramente sempre lo stesso?) che tante volte
colpì negli anni Ottanta a Firenze e dintorni. Instant movie a ridosso della cronaca? Difficile da fare quando il
caso non è ancora stato risolto. Anche per traversie produttive, il film non è
né carne né pesce. Apprezzabile rifiuto del sensazionalismo che, però, non
diventa stile” (cfr. il Morandini). Difficile a credersi ma la pellicola, distribuita
dalla Titanus di Goffredo Lombardo, ebbe un buon successo di
pubblico (superò il miliardo di lire d'incassi), anche se alla sua uscita patì
alcuni problemi con la magistratura (...) La commissione di censura, a pochi
giorni dall’ingresso nelle sale, dispose il sequestro dell’opera (si fa per
dire) vietandone la programmazione in tutti i cinema italiani. In seguito al
ricorso presentato dalla Titanus, il film fu dissequestrato e nuovamente
distribuito nel circuito ma il divieto di programmazione rimase comunque in
vigore anche se solo per le sale cinematografiche della Toscana (fonte
Wikipedia).
La copertina del romanzo-inchiesta da cui sarà tratta la pellicola |
Dal romanzo-inchiesta ‘Dolci
colline di sangue’
Torniamo però al presente, che è meglio. Lo
sceneggiatore e regista Chris McQuarrie (premio Oscar 1995 per lo script dello straordinario I soliti
sospetti di Bryan
Singer e regista
del discreto thriller Jack
Reacher - La prova decisiva con Tom Cruise nel 2012) negli ultimi giorni si è concesso
una dilettevole e probabilmente proficua gita a Firenze e dintorni, ‘armato’ de
La
Guida Nera di Firenze, che ha già presentato a Hollywood. Il documento, tratto dal
romanzo-inchiesta Dolci colline di sangue (BUR
Biblioteca Universale Rizzoli, 2009) di Mario Spezi e Douglas Preston (della
sua riduzione cinematografica si parlava da anni), diverrà la sceneggiatura (che
sarà scritta dallo stesso regista con Nathan Alexander, produttore
di Operazione
Valchiria
nel 2008) per il racconto filmico finanziato anche dalla Smokehouse di Clooney (nel 2008 era
stato Cruise ad
acquistarne i diritti). L’artista di Lexington (Kentucky, Usa) ne sarà il
protagonista, probabilmente nel ruolo dello scrittore, proprio l'americano
Douglas Preston, che negli anni della paura si trasferì con la famiglia a
Firenze. Difficile ancora stabilire quando potranno cominciare le riprese di
questo ambizioso film.
Dubbi sulle
conclusioni dell’indagine
Nella sceneggiatura, sintetizzando, si insinua
che l'autore o gli autori della serie di otto duplici omicidi che tra il 1968 e
il 1985 crearono il terrore nella provincia di Firenze, non fossero i
cosiddetti compagni di merende Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Pietro Pacciani.
Uno schema che potrebbe richiamare quello del discreto Zodiac (2007), il mystery-thriller di David
Fincher. Ma, a differenza
del soggetto di Zodiac che non dà con certezza un volto al suo
killer dello Zodiaco, quello tratto dal libro di Preston e Spezi propone
un'analisi finale che ipotizza una verità diversa sull'identità del feroce omicida
fiorentino, sollevando un lieve dubbio su quanto accertato dalle indagini della
polizia e dalle sentenze della magistratura. In conclusione, a mio avviso, il
progetto è molto intrigante.
st.mar.
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