mercoledì 26 marzo 2014

Quelli che forse non avete ancora visto (con trailer)

La locandina
Gravity

Premi
7 Oscar 2014: miglior regia (Alfonso Cuarón); miglior fotografia; miglior colonna sonora; miglior montaggio; miglior suono; miglior montaggio del suono; migliori effetti speciali visivi.

1 Golden Globe 2014: miglior regia (Alfonso Cuarón)

6 BAFTA (British Academy of Film and Television Art 2014): miglior regia (Alfonso Cuarón); miglior fotografia; miglior colonna sonora; miglior suono; migliori effetti speciali visivi; miglior film britannico.

Mia valutazione: ♥♥♥ = 7,5

Scheda del film
Un film di Alfonso Cuarón. Con Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Orto Ignatiussen, Phaldut Sharma, Amy Warren. Fantascienza, Usa/Gb 2013. Durata 92'. Warner Bros Italia.

Trama del film
La brillante dottoressa Ryan Stone è alla sua prima missione spaziale, mentre l'astronauta Matt Kovalsky è all'ultimo volo prima della pensione. Quella che per loro doveva essere una passeggiata spaziale di routine si trasforma in una catastrofe. Lo shuttle è distrutto e loro si ritrovano soli nell'assordante silenzio dell'universo. Fluttuanti nell'oscurità e privi di qualunque contatto con la Terra non hanno apparentemente alcuna chance di sopravvivere anche per via dell'ossigeno che va esaurendosi. Forse l'unico modo per sperare di tornare a casa è quello di addentrarsi nello spazio infinito.

Cosa ne penso
Sostanzialmente due personaggi, alcuni satelliti e poi lo spazio, l’infinito, con panorama sulla Terra, come essere affacciati da un belvedere sul Grand Canyon. Questo, in parte, è stato sufficiente affinché Gravity (2013), del 52enne regista messicano Alfonso Cuarón (nella sua filmografia piuttosto scarna brilla in particolare Harry Potter e il prigioniero di Azkaban del 2004), sia stato sommerso di premi, a cominciare dai sette Oscar 2014. Dicevo due soli protagonisti, attori del calibro di Sandra Bullock (molte commedie leggerine al suo attivo ma anche alcune parti più ‘polpose’ come quella nell’apprezzatissimo The Blind Side del 2009) e George Clooney (che dire… uno dei più grandi attori del momento e principale protagonista nel recentissimo e non eccezionale Monuments Men), inseriti in un complesso di effetti speciali strabiliante che dà allo spettatore la sensazione di essere lì, nello spazio, a galleggiare senza gravità (espediente registico molto credibile anche se di realizzazione non inedita nel cinema dell’ultimo ventennio circa; andando indietro mi sovviene Apollo 13 del 1995 con Tom Hanks) insieme a loro.

Sandra Bullock
Questo film si rivela un po’ limitato, lento e quindi a tratti monotono (ma solo a tratti), essenziale nonostante l’abbondante utilizzo di tecnologie. Ma rilevare ciò non significa intendere che la vicenda fantascientifica (ma nemmeno troppo) manchi di pathos e della componente di azione-thriller, ingrediente  che garantisce la quasi costante attenzione/apprensione dello spettatore. I succitati interpreti forniscono prova della loro esperienza, in particolare Bullock, di norma avvezza a ruoli ‘simpatici’ ma che quando c’è da fare sul serio non delude. Da parte sua Clooney conferma la straordinaria capacità di alternare il registro drammatico della sua recitazione a quello che alleggerisce grazie a passaggi intrisi d’ironia e sarcasmo. Estroverso ed essenziale nell’economia globale della pellicola.

Sandra Bullock e George Clooney in una scena di Gravity

Il nocciolo dell’opera è il senso dell’infinito, non solo di quello in cui i personaggi si ritrovano materialmente a naufragare, ma anche di quello esistenziale, naufragio interiore appunto, che, in particolare per l’eroina, è sintomatico delle sofferenze vissute, come quella della perdita di un figlio che di continuo torna nella sua mente e al suo cuore come tante pugnalate. Da qui il senso di abbandono, di mancanza viscerale della Terra, quella che sta lì, continuamente visibile, al punto da versare lacrime intercettando sulla radio di bordo dello shuttle una casuale conversazione e l’abbaiare di un cane che provengono dal pianeta. Già disponibile in dvd e altri supporti, consiglio caldamente la visione di questo film.

Stefano Marzetti

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