mercoledì 18 giugno 2014

Il cinema di Pier Paolo Pasolini in trionfo alla mostra dedicata al grande artista

Dal 26 giugno a Lecce una mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini
Innanzitutto film, fotogrammi, documentazione video. Poi libri, poesia, narrativa, radio e canzoni (scritte dal Maestro e interpretate da Aisha Cerami, figlia del celebre sceneggiatore scomparso lo scorso anno). Il tutto per ricordare L’universo di Pier Paolo Pasolini. Arte e bellezza da Giotto a Patti Smith, mostra in programma al Castello Carlo V di Lecce dal 26 giugno al 2 novembre 2014. Ogni sabato sarà proiettato un film. Si inizia il 28 giugno alle ore 20 con Comizi d’amore (1965) e poi con cadenza settimanale si potrà assistere a Mamma Roma (1962); Ro.Go.Pa.G. (1963); Decameron (1971) e Il fiore delle mille e una notte (1975).

La cantante e poetessa Patti Smith, protagonista della mostra
Non mancheranno le testimonianze della carriera pittorica del poliedrico artista friulano e una raffinata selezione di scatti del fotografo Roberto Villa che ha immortalato il backstage del film Il fiore delle mille e una notte seguendo Pier Paolo Pasolini durante le riprese. Giusto ricordare - a chi abbia meno dimestichezza con l’ingegno pasoliniano nella sua interezza - che le sue opere cinematografiche sono ricche d’inquadrature pittoriche che manifestano la sua predilezione di Pasolini per Giotto, Leonardo, Mantegna e Rosso Fiorentino. In queste scelte è forte l’eco degli appunti presi durante le lezioni universitarie di storia dell’arte di Roberto Longhi. L’uomo (ucciso in modo brutale a Ostia, Roma, nel novembre 1975) fu anche un artista che realizzava immagini con tratti fulminei, caricaturali, dalla resa sorprendente. Con la sua ‘pittura dialettale’ ritrae se stesso, i suoi amici e tanti altri protagonisti di quella ricca, frizzante e irripetibile stagione culturale. Pier Paolo Pasolini frequenta Longhi, Moravia, Morante, Maraini, Calvino e Ungaretti, ammira Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai, Guttuso e ha un rapporto difficile con la Pop Art, esplosa in quegli anni e approdata a Venezia nel 1964.

La locandina del film di Pasolini,
Il fiore delle mille e una notte
Sotto il segno della contaminazione pasoliniana cadono tutte le convenzioni storico-artistiche che suddividono le arti dal cinema, la cultura alta da quella popolare e il passato dal contemporaneo. In Pasolini si ricongiungono tutte le arti e si schiudono nuovi ragionamenti e punti di vista alternativi ricchi di una sorprendente immediatezza. Pasolini ha sempre suscitato scandalo avviando dibattiti e confronti: questa mostra intende riaprirne alcuni offrendo un nuovo e affascinante punto di osservazione, anche più di uno se si considera l’eclettismo pasoliniano. La sua vita è costellata di sperimentazioni e fortunate collisioni stilistiche, come in un gioco di ruolo Pasolini è un poeta che gira film, un regista che rinnega la televisione, un romanziere che scrive articoli, un giornalista che fa critica letteraria, un regista che dipinge ottenendo sempre risultati di un’originale bellezza. «Pasolini a New York negli anni Sessanta era considerato un maestro da tutti noi - dice la cantante e poetessa statunitense Patti Smith - Andare a vedere i suoi film era un rito. Ricordo che una volta mi recai al cinema con il mio amico Mapplethorpe e in sala si erano già sistemati Warhol, Morrisey, tutti i poeti e gli artisti che come noi lo studiavano e s’ispiravano a lui».
redazione

Per alcune informazioni si ringraziano BIT e Adnkronos online

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