Dal 26 giugno a Lecce una mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini |
Innanzitutto film, fotogrammi, documentazione
video. Poi libri, poesia, narrativa, radio e canzoni (scritte dal Maestro e interpretate
da Aisha
Cerami, figlia del celebre sceneggiatore scomparso lo scorso anno). Il
tutto per ricordare L’universo di Pier
Paolo Pasolini. Arte e bellezza da Giotto a Patti Smith, mostra in
programma al Castello Carlo V di Lecce dal 26 giugno al 2 novembre 2014. Ogni
sabato sarà proiettato un film. Si
inizia il 28 giugno alle ore 20 con Comizi d’amore (1965) e
poi con cadenza settimanale si potrà assistere a Mamma Roma (1962); Ro.Go.Pa.G. (1963); Decameron (1971) e Il fiore delle
mille e una notte (1975).
La cantante e poetessa Patti Smith, protagonista della mostra |
Non mancheranno le testimonianze della carriera
pittorica del poliedrico artista friulano e una raffinata selezione di scatti
del fotografo Roberto Villa che ha immortalato il backstage del film Il fiore delle mille e una notte seguendo Pier
Paolo Pasolini durante le riprese. Giusto ricordare - a chi abbia meno dimestichezza
con l’ingegno pasoliniano nella sua
interezza - che le sue opere cinematografiche sono ricche d’inquadrature
pittoriche che manifestano la sua predilezione di Pasolini per Giotto,
Leonardo, Mantegna e Rosso Fiorentino. In queste scelte è forte l’eco degli
appunti presi durante le lezioni universitarie di storia dell’arte di Roberto
Longhi. L’uomo (ucciso in modo brutale a Ostia, Roma, nel novembre 1975) fu
anche un artista che realizzava immagini con tratti fulminei, caricaturali, dalla
resa sorprendente. Con la sua ‘pittura dialettale’ ritrae se stesso, i suoi
amici e tanti altri protagonisti di quella ricca, frizzante e irripetibile
stagione culturale. Pier Paolo Pasolini frequenta Longhi, Moravia,
Morante, Maraini, Calvino e Ungaretti, ammira Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai,
Guttuso e ha un rapporto difficile con la Pop Art, esplosa in quegli anni e
approdata a Venezia nel 1964.
La locandina del film di Pasolini, Il fiore delle mille e una notte |
Sotto il segno della contaminazione pasoliniana cadono tutte le convenzioni
storico-artistiche che suddividono le arti dal cinema, la cultura alta da
quella popolare e il passato dal contemporaneo. In Pasolini si ricongiungono
tutte le arti e si schiudono nuovi ragionamenti e punti di vista alternativi
ricchi di una sorprendente immediatezza. Pasolini ha sempre
suscitato scandalo avviando dibattiti e confronti: questa mostra intende
riaprirne alcuni offrendo un nuovo e affascinante punto di osservazione, anche
più di uno se si considera l’eclettismo pasoliniano. La sua vita è costellata
di sperimentazioni e fortunate collisioni stilistiche, come in un gioco di
ruolo Pasolini è un poeta
che gira film, un regista che rinnega la televisione, un romanziere che scrive
articoli, un giornalista che fa critica letteraria, un regista che dipinge
ottenendo sempre risultati di un’originale bellezza. «Pasolini a New York negli
anni Sessanta era considerato un maestro da tutti noi - dice la cantante e
poetessa statunitense Patti Smith - Andare a vedere i suoi film era un rito.
Ricordo che una volta mi recai al cinema con il mio amico Mapplethorpe e in
sala si erano già sistemati Warhol, Morrisey, tutti i poeti e gli artisti che
come noi lo studiavano e s’ispiravano a lui».
redazione
Per
alcune informazioni si ringraziano BIT e Adnkronos online
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