mercoledì 26 febbraio 2014

Solitudine, malattia del secolo. “Supercondriaco” – Il tema

Locandina del film
Scheda del film

Un film di Dany Boon. Con Dany Boon, Kad Mérad, Alice Pol, Jean-Yves Berteloot, Judith El Zein, Marthe Villalonga, Valérie Bonneton, Bruno Lochet. Titolo originale Supercondriaque. Commedia, Fra 2014. Durata 109'. Eagle Pictures. Uscita giovedì 13 marzo 2014.

Trama del film
All'alba dei 40 anni, Romain Faubert non è ancora sposato e non ha figli. Fotografo per un dizionario medico online, Romain è vittima di un'ipocondria che segna la sua vita ormai da troppo tempo, facendo di lui un nevrotico in preda alle paure. Il suo unico, vero amico è il dottor Dimitri Zvenka, suo medico curante, la cui unica colpa è stata prendere a cuore il caso di Romain, salvo poi pentirsene amaramente. Il malato immaginario, infatti, è un soggetto difficile da gestire e Dimitri farebbe qualsiasi cosa per sbarazzarsene definitivamente. Zvenka pensa, però, di aver trovato il rimedio che lo libererà definitivamente, ma senza traumi, da Romain Faubert: lo aiuterà a trovare la donna della sua vita.
Tema del film
Dany Boon in una scena di Supercondriaco
È la solitudine la malattia del secolo. Si dice, spesso, sia la depressione, il cosiddetto “male oscuro”, ma forse la depressione non è altro che la conseguenza dell’isolamento e della mancanza di amicizia. Per il bravissimo regista-attore Dany Boon (suo l’esilarante Giù al Nord, 2007) è un ritorno sul tema, anche se nel malinconico Il mio migliore amico (2006) si era cimentato solo come interprete, diretto da Patrice Leconte. In comune Supercondriaco e Il mio migliore amico hanno l'eremitaggio rispetto alla società e, senz’altro, la comicità caustica, graffiante. Che emerge dalla paura blu della succitata solitudine dietro cui risiedono ossessione e imbarazzo. Ma non solo: chi ha visto il film in anteprima segnala che la storia vorrebbe comunicare come sia una fra le imprese più difficili per l’essere umano, strapparsi qualcosa di doloroso dalla mente.
Hai voglia a lavorare sull’autostima! Ed è proprio quel dolore che impedisce, innanzitutto, di tornare in pace dentro di sé e, di conseguenza, riuscire a stare in armonia col prossimo. Amico o non amico che sia. Distacco e ironia, comunque, possono essere d’aiuto. E, di conseguenza, questa pellicola pare sia divertente, un marchio di garanzia che Boon non scorda di imprimere sulle proprie fatiche cinematografiche. «Questo film è diventato un modo per esorcizzare le mie manie – ha detto il regista che nel 2010 ha ottenuto un discreto successo anche con Niente da dichiarare? - riuscendo a far ridere gli altri attraverso me stesso. Il mio film da regista senz’altro più riuscito». Promessa azzardata, come tutte le promesse. Ma mi sento di dargli fiducia.
Stefano Marzetti
(si ringrazia Cineblog.it)

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