giovedì 27 febbraio 2014

I lavoratori che gli Usa sfruttano. “Cesar Chávez: An American Hero” – Il tema

Scheda del film

Un film di Diego Luna. Con Rosario Dawson, Michael Peña, John Malkovich, Gabriel Mann, America Ferrera. continua» Biografico, - USA 2014 (Canana Films).

Trama del film

La vita del leader campesino César Chávez, che durante la sua attività politica lottò per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori agricoli, che negli anni '60 fondò la National Farm Workers Associacion. A produrre la pellicola è stata “Canana Films”, la casa di produzione cinematografica di Pablo Cruz, lo stesso Luna e l'amico Gael García Bernal.

Tema del film

Il regista Diego Luna
Immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro, rapporto tra padre e figlio. Questi i temi cardine – non necessariamente nel suddetto ordine – di questo film (in inglese il titolo è Fight in the Field) ambientato negli anni Sessanta del secolo scorso, che racconta la vita del leader campesino César Chávez il quale, durante la sua attività politica, lottò per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori agricoli, ottenendo per la gente che rappresentava paghe più giuste e benefici, nonché la “Medaglia Presidenziale per la Libertà”, ricevuta postuma alla sua morte. Chi meglio dell’attore e regista messicano Diego Luna (Milk, 2008, al fianco del premio oscar Sean Penn) poteva mostrarsi lucido di fronte a un tema così arroventato e attuale.

Michael Peña (Chávez ) in una scena del film
Nei panni di César E. Chávez c’è Michael Peña (Crash. Contatto fisico, 2004), in quelli dell’altra attivista e oggi leader sindacale e dei diritti civili, Dolores Huerta, c’è Rosario Dawson (Sette anime, del nostro Gabriele Muccino, nel 2008). Un biopic, un lavoro impegnato e indispensabile del quale non ci resta che verificare la potenzialità d’intrattenimento. Un racconto sulla comunità latina negli Stati Uniti che soffrono questa presenza “ingombrante”, la allontanano verso i piani bassi della società ma allo stesso tempo a essa non possono rinunciare. E a ricordare agli Usa quanto i sudamericani siano indispensabili, sono i sudamericani stessi. Nel far sentire sempre più pressante la necessità di una rivoluzione in tema d’immigrazione. In quella nazione, l’America, che dalla sua nascita si vende come paladina della libertà, della legalità e della giustizia. Valori predicati come inviolabili. Inviolabili un corno, visto il modo in cui lo Stato lascia che milioni di uomini e donne – spesso bambini – lavorino in nero senza poter accampare alcun diritto.

Un'altra scena del film in cui, sulla destra, si riconosce
l'attrice Rosario Dawson
È per porre rimedio a tale abuso che lottò Chávez, pagando – tra altri - il prezzo di restare lontano dalla propria famiglia della quale molti membri sono ancora vivi. Ne emerge quindi anche una vicenda legata al rapporto genitori figli, la storia di un padre che per lottare in quello in cui crede sacrifica il tempo da trascorrere con i suoi cari. «La persona con cui ho lavorato di più per realizzare il film – ha raccontato Luna alla collega Valentina Ariete di Trovacinema - è Paul Chávez, il più giovane dei figli di César. Ho incontrato tutti quelli ancora in vita, Helen, gli altri figli e ci hanno dato tutti molti dettagli e materiale su cui lavorare, ma la prospettiva che ho scelto è quella di chi è rimasto a casa e ha vissuto il movimento da fuori».

Ed è attraverso questo impegno che il cineasta messicano ha conferito alla sua fatica – assicura chi ha già visto questa pellicola – un’importante dose di umanità. Un’opera, insomma, che «diventa non solo un film sulla dura condizione dei braccianti nei campi o sui diritti dei lavoratori – ha chiarito ancora Luna - ma sul rapporto tra un padre e un figlio in cui ci ritroviamo a capire l'uno o l'altro, o entrambi». Il lungometraggio è stato presentato lo scorso 12 febbraio, fuori concorso, alla 64esima edizione della “Berlinale”.
Stefano Marzetti


(si ringrazia Trovacinema di Repubblica.it)

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