lunedì 24 febbraio 2014

Non scherzare con le fiabe. “La bella e la bestia” – Il tema


Scheda del film
Un film di Christophe Gans. Con Vincent Cassel, Léa Seydoux, André Dussollier, Eduardo Noriega, Myriam Charleins, Audrey Lamy, Sara Giraudeau, Jonathan Demurger, Nicolas Gob, Louka Meliava, Yvonne Catterfeld, Dejan Bucin, Sammel, Gotthard Lange, Dennis Oestreich. Titolo originale La belle & la bête. Fantastico, Fra/Ger. Durata 110'. Uscita giovedì 27 febbraio 2014.
Trama del film
Ennesimo remake cinematografico del grande classico letterario La Bella e la Bestia (la prima edizione risalirebbe al 1740 circa). La versione umanistica comunque più nota è una riduzione dell'opera di Madame Villeneuve pubblicata nel 1756 da Jeanne-Marie Leprince de Beaumont in Magasin des enfants, ou dialogues entre une sage gouvernante et plusieurs de ses élèves.
***
Dopo il naufragio delle sue navi (siamo nel 1810, epoca napoleonica), un mercante caduto in disgrazia si rifugia in campagna con i suoi sei figli. Tra di loro c’è la più giovane Belle. Durante un faticoso viaggio, il mercante scopre il regno magico della Bestia, il quale lo condannerà a morte per avergli rubato una rosa, destinata proprio a Belle. Sentendosi responsabile della terribile sorte che si abbatte sulla sua famiglia, Belle decide si sacrificarsi al posto del padre. Al castello della Bestia, però, non è la morte che attende Belle, bensì una vita dolorosa, dove si uniscono momenti di magia, allegria e malinconia. Ogni sera, all’ora di cena, Belle e la Bestia s’incontrano. Imparano a conoscersi come due estranei diversi in tutto: mentre la Bestia deve respingere i suoi slanci amorosi, Belle tenta di svelare i suoi misteri e del suo regno. Una volta calata la notte, però, dei sogni le rivelano poco a poco il passato della Bestia. Una storia tragica, che le fa comprendere come questo feroce essere solitario fosse un tempo un maestoso principe. Armata del suo coraggio, lottando contro i pericoli e aprendo il suo cuore, Belle riuscirà a liberare la Bestia dalla maledizione, trovando, così, il vero amore. 
Tema del film
Con le fiabe non bisogna scherzare. Bisogna rispettarle e ammirarle come belle e delicate donne da corteggiare.
De La bella e la bestia esiste una raffica di versioni per il grande schermo, qualcosa per la tv, in una mistura di genere fantastico, fiabesco, animazione (universalmente noto il disegno animato disneyano), drammatico, qualche variante erotica e qualcuna a luci rosse. D’altra parte è un titolo con cui è assai facile giocare. La favola ha comunque ispirato altre opere scritte e le conseguenti trasposizioni filmiche. Mi vengono in mente il mega-gorilla King Kong e la sua bionda esploratrice, Dracula e la sua Mina Murray, Mr. Hyde e la sua governante Mary Reilly, il gobbo di Notre Dame e la sua zingara Esmeralda e si potrebbe continuare.
Insomma, un’idea sfruttatissima che, così come ha il merito di aver generato altri capolavori, è stata anche involontaria genitrice di autentiche boiate o, comunque, opere del tutto superflue. E questo film, che farà il proprio ingresso nelle sale venerdì prossimo, pare proprio che s’inserirà a passo di carica nella seconda famiglia. La prima cosa che penso è la seguente: ma non sarebbe ora di finirla con la bella e la bestia? Secondo me sì. E se proprio qualcuno volesse avventurarsi nel dar vita all’ennesima allegoria, dovrebbe farlo con una tale preparazione e  passione da riuscire a produrre un frutto di indiscutibile appetibilità. E, in caso contrario, avere il coraggio di buttare tutto in un cassonetto, magari preoccupandosi della differenziata. Battutacce a parte, quest’operazione targata 2014 fa già storcere la bocca ancor prima dello spegnersi delle luci.
Il confronto con l’eccellente lavoro di Jean Cocteau (commedia del 1946) pare sia stato inevitabile e che lo stesso abbia dato la stura a una vera e propria sequela di citazioni e riferimenti ad altre realizzazioni, al punto da non conferire un carattere esclusivo alla pellicola “tanto che (a partire dalla prima immagine notturna del castello che ricorda con evidenza quello del ‘burtoniano’ Edward Mani di forbice) – come scrive Giancarlo Zappoli su Mymovies.it - si potrebbe indire un concorso a premi tra gli spettatori per chi ne individua il maggior numero. Tutto è in eccesso in un film che finisce con il risultare invece debole non tanto nel confronto con i suoi predecessori ma nella sua stessa essenza individuale e produttiva”. E allora, non mi asterrò mai dal ripetere questa cosa: andare al cinema, oggi, ha un costo in denaro che può incidere sull’economia mensile di una famiglia come di un single. Quindi, ripeto: selezionare. Dispiace per un attore che apprezzo molto, come Vincent Cassel.
Stefano Marzetti

Nessun commento:

Posta un commento

Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.