Un film di Christophe Gans. Con Vincent
Cassel, Léa Seydoux, André Dussollier, Eduardo Noriega, Myriam Charleins,
Audrey Lamy, Sara Giraudeau, Jonathan Demurger, Nicolas Gob, Louka Meliava,
Yvonne Catterfeld, Dejan Bucin, Sammel, Gotthard Lange, Dennis Oestreich.
Titolo originale La belle & la bête.
Fantastico, Fra/Ger. Durata 110'. Uscita giovedì 27 febbraio 2014.
Trama del film
Ennesimo remake
cinematografico del grande classico letterario La Bella e la Bestia (la prima edizione risalirebbe al 1740 circa).
La versione umanistica comunque più nota è una riduzione dell'opera di Madame
Villeneuve pubblicata nel 1756 da Jeanne-Marie Leprince de Beaumont in Magasin des enfants, ou dialogues entre une
sage gouvernante et plusieurs de ses élèves.
***
Dopo il
naufragio delle sue navi (siamo nel 1810, epoca napoleonica), un mercante
caduto in disgrazia si rifugia in campagna con i suoi sei figli. Tra di loro
c’è la più giovane Belle. Durante un faticoso viaggio, il mercante scopre il
regno magico della Bestia, il quale lo condannerà a morte per avergli rubato
una rosa, destinata proprio a Belle. Sentendosi responsabile della terribile
sorte che si abbatte sulla sua famiglia, Belle decide si sacrificarsi al posto
del padre. Al castello della Bestia, però, non è la morte che attende Belle,
bensì una vita dolorosa, dove si uniscono momenti di magia, allegria e
malinconia. Ogni sera, all’ora di cena, Belle e la Bestia s’incontrano. Imparano
a conoscersi come due estranei diversi in tutto: mentre la Bestia deve
respingere i suoi slanci amorosi, Belle tenta di svelare i suoi misteri e del
suo regno. Una volta calata la notte, però, dei sogni le rivelano poco a poco
il passato della Bestia. Una storia tragica, che le fa comprendere come questo
feroce essere solitario fosse un tempo un maestoso principe. Armata del suo
coraggio, lottando contro i pericoli e aprendo il suo cuore, Belle riuscirà a
liberare la Bestia dalla maledizione, trovando, così, il vero amore.
Tema del film
Con le fiabe non bisogna scherzare. Bisogna
rispettarle e ammirarle come belle e delicate donne da corteggiare.
De La
bella e la bestia esiste una raffica di versioni per il grande schermo, qualcosa
per la tv, in una mistura di genere fantastico, fiabesco, animazione
(universalmente noto il disegno animato disneyano), drammatico, qualche
variante erotica e qualcuna a luci rosse. D’altra parte è un titolo con cui è
assai facile giocare. La favola ha comunque ispirato altre opere scritte e le
conseguenti trasposizioni filmiche. Mi vengono in mente il mega-gorilla King
Kong e la sua bionda esploratrice, Dracula e la sua Mina Murray, Mr. Hyde e la
sua governante Mary Reilly, il gobbo di Notre Dame e la sua zingara Esmeralda e
si potrebbe continuare.
Insomma, un’idea sfruttatissima che, così
come ha il merito di aver generato altri capolavori, è stata anche involontaria
genitrice di autentiche boiate o, comunque, opere del tutto superflue. E questo
film, che farà il proprio ingresso nelle sale venerdì prossimo, pare proprio
che s’inserirà a passo di carica nella seconda famiglia. La prima cosa che
penso è la seguente: ma non sarebbe ora di finirla con la bella e la bestia?
Secondo me sì. E se proprio qualcuno volesse avventurarsi nel dar vita all’ennesima
allegoria, dovrebbe farlo con una tale preparazione e passione da riuscire a produrre un frutto di
indiscutibile appetibilità. E, in caso contrario, avere il coraggio di buttare
tutto in un cassonetto, magari preoccupandosi della differenziata. Battutacce a
parte, quest’operazione targata 2014 fa già storcere la bocca ancor prima dello
spegnersi delle luci.
Il confronto con l’eccellente lavoro di Jean
Cocteau (commedia del 1946) pare sia stato inevitabile e che lo stesso abbia
dato la stura a una vera e propria sequela di citazioni e riferimenti ad altre
realizzazioni, al punto da non conferire un carattere esclusivo alla pellicola “tanto
che (a partire dalla prima immagine notturna del castello che ricorda con
evidenza quello del ‘burtoniano’ Edward
Mani di forbice) – come scrive Giancarlo Zappoli su Mymovies.it - si
potrebbe indire un concorso a premi tra gli spettatori per chi ne individua il
maggior numero. Tutto è in eccesso in un film che finisce con il risultare
invece debole non tanto nel confronto con i suoi predecessori ma nella sua
stessa essenza individuale e produttiva”. E allora, non mi asterrò mai dal
ripetere questa cosa: andare al cinema, oggi, ha un costo in denaro che può
incidere sull’economia mensile di una famiglia come di un single. Quindi,
ripeto: selezionare. Dispiace per un attore che apprezzo molto, come Vincent
Cassel.
Stefano Marzetti
Nessun commento:
Posta un commento
Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.