mercoledì 26 febbraio 2014

Paganini, l’Hendrix dell'Ottocento. “Il violinista del diavolo” – Il tema

La locandina del film
Scheda del film 

Un film di Bernard Rose. Con David Garrett, Jared Harris, Andrea Deck, Joely Richardson, Veronica Ferres Olivia D'Abo, Helmut Berger, Christian McKay, Thomas Anton, Peter R. Bishop, Peter Bosch, Ben Cura, David Godden, Stephen Hastings, Franziska Huber, Ian Hughes. Titolo originale, Der Teufelsgeiger. Drammatico, Ger/Ita 2013. Durata 122'. Uscita giovedì 27 febbraio 2014.
Trama del film
Siamo agli inizi dell'Ottocento. Il violinista Niccolò Paganini dissipa le sue energie fra donne, gioco d'azzardo e stupefacenti. Quel che è peggio, nessuno sembra capire né apprezzare il suo talento. Nessuno, tranne un certo Urbani, mefistofelico agente (del demonio?) che lo convince a firmare un contratto capestro: Urbani garantirà a Paganini il successo, e il "violinista del diavolo", come sarà chiamato il musicista, dopo la morte gli consegnerà la sua anima.
Una scena de Il violinista del diavolo

Tema del film
Stabilire se amasse di più le donne o la musica del suo violino è difficile. Forse lo intuiremo andando a vedere Il violinista del diavolo. Tendo a dare per scontato – è una personalissima congettura – che le due cose non si potessero scindere. Niccolò Paganini non poteva fare a meno del violino e delle donne e queste ultime non potevano fare a meno di quell’autentico indemoniato che, nella prima metà dell’Ottocento, mise in mostra una rapidità d’esecuzione, con le mani rese quasi evanescenti dalla velocità, che per molti era la dimostrazione inconfutabile che il musicista, compositore e chitarrista di Genova (27 ottobre 1782 - Nizza 27 maggio 1840) avesse fatto il proverbiale patto col demonio. Questa diceria, a quel tempo, sembrava essere avvalorata dalla perdizione della sua esistenza che andava di pari passo con la sua genialità - quella musicale soprattutto - e della sua smania di fare la star. Grazie al suo modo clamoroso di suonare lo strumento, da questo emanava tutta l'estensione di un'intera orchestra.
E una stella fu, Paganini. «Paganini fu la prima rock star, un genio eccentrico come Jimi Hendrix. Lui ha cambiato profondamente la concezione stessa di partitura ed esecuzione. Vi posso garantire che tra il prima Paganini e il dopo c'è una grande differenza». Ad affermarlo, in una delle tantissime interviste rilasciate nei mesi scorsi, è l’interprete del film che uscirà venerdì prossimo, David Garrett (foto a destra), 33enne tedesco/statunitense, capello lungo (come Paganini, guarda caso), moderno virtuoso del violino e celebrità internazionale della musica classica, sdoganata grazie al crossover con ritmi pop, un insieme di avanguardismo e abilità. Dall'età di 11 anni, ha collaborato in successione con la Filarmonica di Amburgo, ha firmato il suo primo contratto e s’è diplomato alla "Juillard" di New York. Ha sviluppato uno stile personale con cui unisce autori come Vivaldi e Beethoven agli U2 e ai Nirvana. Con Il violinista del diavolo Garrett affronta la prima e, a sua detta, ultima esperienza cinematografica.
«Io non sarò Al Pacino – ha messo in chiaro David - ma l'utilizzo del violino richiede un movimento e un impatto fisico difficile da riprodurre se non è frutto di un allenamento costante». E tornando a Paganini ricorda che nel corso degli anni «sono state raccontate molte storie riguardo alla sua personalità e gli eventi che lo hanno visto coinvolto. Per quanto ci riguarda abbiamo lavorato con Bernard Rose su delle buone biografie cercando di avvicinarci il più possibile alla realtà. Ma quando ti accosti ad una personalità del genere  - spiega Garret - devi sempre accettare di giocare con il mistero. Il nostro scopo è stato quello di essere realistici senza spezzare l'aurea del mito». Il film non è stato accolto a meraviglia ma a me ispira curiosità.
Stefano Marzetti

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