La locandina del film |
Un film
di Bernard Rose. Con
David Garrett, Jared Harris, Andrea Deck, Joely Richardson, Veronica Ferres
Olivia D'Abo, Helmut Berger, Christian McKay, Thomas Anton, Peter R. Bishop,
Peter Bosch, Ben Cura, David Godden, Stephen Hastings, Franziska Huber, Ian
Hughes. Titolo originale, Der Teufelsgeiger. Drammatico, Ger/Ita 2013.
Durata 122'. Uscita giovedì 27 febbraio 2014.
Trama del film
Siamo agli inizi dell'Ottocento. Il violinista Niccolò
Paganini dissipa le sue energie fra donne, gioco d'azzardo e stupefacenti. Quel
che è peggio, nessuno sembra capire né apprezzare il suo talento. Nessuno,
tranne un certo Urbani, mefistofelico agente (del demonio?) che lo convince a
firmare un contratto capestro: Urbani garantirà a Paganini il successo, e il
"violinista del diavolo", come sarà chiamato il musicista, dopo la
morte gli consegnerà la sua anima.
Tema del film
Stabilire
se amasse di più le donne o la musica del suo violino è difficile. Forse lo
intuiremo andando a vedere Il violinista
del diavolo. Tendo a dare per scontato – è una personalissima congettura – che
le due cose non si potessero scindere. Niccolò Paganini non poteva fare a meno
del violino e delle donne e queste ultime non potevano fare a meno di quell’autentico
indemoniato che, nella prima metà dell’Ottocento, mise in mostra una rapidità d’esecuzione,
con le mani rese quasi evanescenti dalla velocità, che per molti era la
dimostrazione inconfutabile che il musicista, compositore e chitarrista di
Genova (27 ottobre 1782 - Nizza 27 maggio 1840) avesse fatto il proverbiale
patto col demonio. Questa diceria, a quel tempo, sembrava essere avvalorata dalla
perdizione della sua esistenza che andava di pari passo con la sua genialità - quella musicale soprattutto - e della sua smania di fare la star. Grazie al suo
modo clamoroso di suonare lo strumento, da questo emanava tutta l'estensione di
un'intera orchestra.
E una
stella fu, Paganini. «Paganini fu la prima rock star, un genio eccentrico come
Jimi Hendrix. Lui ha cambiato profondamente la concezione stessa di partitura
ed esecuzione. Vi posso garantire che tra il prima Paganini e il dopo c'è una
grande differenza». Ad affermarlo, in una delle tantissime interviste
rilasciate nei mesi scorsi, è l’interprete del film che uscirà venerdì
prossimo, David Garrett (foto a destra), 33enne tedesco/statunitense, capello lungo (come
Paganini, guarda caso), moderno virtuoso del violino e celebrità internazionale
della musica classica, sdoganata grazie al crossover
con ritmi pop, un insieme di avanguardismo e abilità. Dall'età di 11 anni, ha
collaborato in successione con la Filarmonica di Amburgo, ha firmato il suo
primo contratto e s’è diplomato alla "Juillard" di New York. Ha sviluppato uno
stile personale con cui unisce autori come Vivaldi e Beethoven agli U2 e
ai Nirvana. Con Il violinista del diavolo Garrett
affronta la prima e, a sua detta, ultima esperienza cinematografica.
«Io non
sarò Al Pacino – ha messo in chiaro David - ma l'utilizzo del violino richiede
un movimento e un impatto fisico difficile da riprodurre se non è frutto di un
allenamento costante». E tornando a Paganini ricorda che nel corso degli anni «sono state raccontate molte
storie riguardo alla sua personalità e gli eventi che lo hanno visto coinvolto.
Per quanto ci riguarda abbiamo lavorato con Bernard Rose su delle buone
biografie cercando di avvicinarci il più possibile alla realtà. Ma quando ti
accosti ad una personalità del genere -
spiega Garret - devi sempre accettare di giocare con il mistero. Il nostro
scopo è stato quello di essere realistici senza spezzare l'aurea del mito». Il
film non è stato accolto a meraviglia ma a me ispira curiosità.
Stefano Marzetti
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