mercoledì 20 agosto 2014

Film appena usciti per questo week end (dal 20 al 24 agosto 2014)

Liberaci dal male

Valutazione media: ♥♥♥ = 6,5

La scheda
Un film di Scott Derrickson. Con Eric Bana, Édgar Ramírez, Olivia Munn, Sean Harris, Joel McHale, Dorian Missick, Antoinette LaVecchia, Scott Johnsen, Valentina Rendón, Daniel Sauli. Horror/thriller, Usa 2014. Durata 118' circa. Warner Bros. Pictures Italia. Uscita: 20 agosto 2014.

La trama
Il poliziotto newyorchese Ralph Sarchie, già alle prese con i propri problemi personali, inizia a indagare su una serie di crimini inquietanti e inspiegabili. Unisce le sue forze con un prete anticonformista, esperto in rituali di esorcismo, per combattere le possessioni spaventose e demoniache che stanno terrorizzando la loro città. Il film è ispirato al libro dello stesso Ralph Sarchie, in cui l'autore racconta gli agghiaccianti dettagli di casi vissuti in prima persona.

***

Cattivi vicini

Valutazione media: ♥♥♥ = 7

La scheda
Un film di Nicholas Stoller. Con Seth Rogen, Zac Efron, Rose Byrne, Elise Vargas, Zoey Vargas, Brian Huskey, Lisa Kudrow, Ike Barinholtz, Dave Franco, Christopher Mintz-Plasse, Jake Johnson, Carla Gallo, Jason Mantzoukas. Commedia, Usa 2014. Durata 96' circa. Universal Pictures Italia. Uscita: 20 agosto 2014.

La trama
Secondo tutte le apparenze, i neo genitori Mac e Kelly Radner stanno vivendo il classico sogno americano, arricchito dalla nascita di un’adorabile bambina e da una bella casetta nuova di zecca nei quartieri residenziali fuori città. Nonostante tutto, questi due trentenni vogliono ancora illudersi di essere rimasti, nel loro piccolo, ancora giovani e ribelli. Una fase che si rivelerà una sfida critica, come accade sempre (o solo a volte) ai festaioli impenitenti che si trovano a dover affrontare un ostacolo inevitabile: l’arrivo dell’età adulta. Quando Mac e Kelly scoprono la notizia dell’arrivo dei nuovi vicini, dozzine di confratelli della congrega Delta Psi Beta guidati dal carismatico presidente Teddy Sanders, decidono di provare a stare al gioco e sfruttare il meglio da una situazione che sembra essere una manna dal cielo. Ma le feste dei confratelli cominciano a raccogliere sempre più adepti, arrivando a divenire celebrazioni dalle dimensioni epiche. Così entrambe le parti iniziano a irrigidirsi sulle proprie posizioni, arrivando a sabotaggi, minacce e continui screzi che danno il via a una guerra che potrebbe durare secoli.

***

Step Up All In

Valutazione media: ♥♥♥ = 7

La scheda
Un film di Trish Sie. Con Briana Evigan, Ryan Guzman, Adam G. Sevani, Alyson Stoner, Izabella Miko, Stephen Boss, Misha Gabriel Hamilton, Chadd Smith, Martín Lombard, Abigail Rich, Mari Koda, Lorella Boccia. Drammatico, Usa 2014. Durata n.d.. M2 Pictures. Pictures Italia. Uscita: 20 agosto 2014.

La trama
Una delle saghe dance più famose della storia del cinema porta la competizione a livelli incredibili con il nuovo Step Up All In. Lo street dancer di Miami Sean Asa, si traferisce a Hollywood per inseguire i suoi sogni di fama e fortuna, solo per poi scoprire le quasi insormontabili difficoltà per sfondare nel mondo della danza professionista. Ma quando la nuova crew che ha formato insieme alla bella e testarda Andie West, raggiunge le fasi finali di un reality tv ad alto contenuto di adrenalina nella scintillante Las Vegas, Sean si trova a un passo dal raggiungere il suo sogno, sempre se sarà in grado di mettere da parte vecchie alleanze e rivalità di lunga data e fare solo quello che ama di più al mondo: ballare.

martedì 12 agosto 2014

È morto suicida a 63 anni Robin Williams, il professor Keating de ‘L’attimo fuggente’

Il grande attore Robin Williams è morto all'età di 63 anni
Hollywood è sotto shock. L’attore americano Robin Williams, 63 anni – divenuto famoso tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta interpretando l’alieno Mork nella serie tv Mork & Mindy – è stato trovato morto suicida, secondo le prime informazioni considerate ufficiali ma che dovranno essere confermate dall’autopsia, nella sua abitazione di Tiburon, in California (Usa). Da tempo soffriva di una grave depressione e lo scorso luglio era andato in un centro del Minnesota per disintossicarsi dall’alcol. Non era la prima volta che l’interprete di grandi film come Good Morning Vietnam (1987) e L’attimo fuggente (1989, video sotto) e premio Oscar nel 1997 per Will Hunting - Genio ribelle, aveva dovuto affrontare un’emergenza di questo tipo.

In base alle prime informazioni, l’attore era stato visto vivo l’ultima volta ieri sera intorno alle 22 dalla moglie Susan Schneider. Stamattina la polizia ha ricevuto una richiesta di soccorso nella quale si sollecitava un intervento per rianimare un uomo che non respirava nell’abitazione dell’attore a Tiburon. Ma al loro arrivo, i paramedici non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Si sospetta che Williams sia morto per asfissia, ma il caso è sotto esame dell’ufficio del procuratore distrettuale, dove verranno eseguiti accertamenti tossicologici probabilmente già oggi.

La notizia della sua morte ha sconvolto familiari, colleghi e amici, i suoi fan e tutto il mondo del cinema. «Questa mattina ho perso mio marito e il mio migliore amico mentre il mondo ha perso uno dei suoi artisti più amati e una persona meravigliosa. Ho il cuore spezzato», si legge in una nota della moglie Susan. E ancora: «Su richiesta della famiglia, chiediamo di rispettare la privacy in questo momento di profondo dolore. Come ha sempre detto lui, è nostra speranza che l’attenzione non sia dedicata alla sua morte, ma sulle innumerevoli momenti di gioia e di risate che ha dato a milioni di persone».

Williams nella celebre serie tv Mork & Mindy 
Nato a Chicago da un'ex modella e da un dirigente della Ford, nel 1967 si trasferì in California con la famiglia, dove Robin si diplomò nel 1971. S’iscrisse quindi alla facoltà di scienze politiche al Claremont Men's College, dove diede sfogo alla sua passione per il teatro. Abbandonati gli studi, entrò nel prestigioso istituto di recitazione drammatica ‘Juilliard School’ di New York, dando primi, importanti segnali come attore di formazione teatrale.

In seguito, è stato protagonista sul grande schermo in ruoli brillanti, comici e drammatici. Tra i film attraverso i quali ha dimostrato la sua versatilità, Hook - Capitan Uncino (1991), La leggenda del re Pescatore (1991) e Mrs. Doubtfire, del quale era in fase di lavorazione un sequel (articolo). Si era riaffacciato in tv per la serie comica The Crazy Ones cancellata dopo una sola stagione. Il suo prossimo progetto era il terzo film della trilogia Notte al museo, il segreto della tomba, in uscita al cinema il 19 dicembre prossimo. 
s.m.
                                                                                  Per alcune informazioni si ringrazia Sky Tg24 online

martedì 29 luglio 2014

‘Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1', Philip Seymour Hoffman ancora fra noi

La locandina
Valutazione n.d.

La scheda
Un film di Francis Lawrence. Con Jennifer Lawrence, Philip Seymour Hoffman, Josh Hutcherson, Julianne Moore, Natalie Dormer, Lily Rabe, Wes Chatham, Elden Henson, Omid Abtahi, Robert Knepper. Titolo originale: The Hunger Games: Mockingjay - Part 1. Avventura, Usa 2014. Universal Pictures. Uscita: giovedì 20 novembre 2014.

Trama
Il fenomeno mondiale di Hunger Games torna a illuminare l’oscurità con Hunger Games - Il canto della rivolta - Parte I. Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) si trova ora nel Distretto 13 dopo aver annientato i giochi per sempre. Sotto la guida della Presidente Coin (Julianne Moore) e i consigli dei suoi fidati amici, Katniss spiega le sue ali in una battaglia per salvare Peeta (Josh Hutcherson) e un intero Paese incoraggiato dalla sua forza. Il film è diretto da Francis Lawrence - per la sceneggiatura di Danny Strong e Peter Craig - e prodotto dalla Color Force di Nina Jacobson con il produttore Jon Kilik. Il libro da cui il film è tratto è il terzo della trilogia scritta da Suzanne Collins, stampata in più di 65 milioni di copie solo negli Stati Uniti.

Cosa sappiamo
È morto da quasi sei mesi Philip Seymour Hoffman - a soli 46 anni - ma la sua anima continua a volteggiare nell’universo del cinema, sulle ali dei film che l’attore di Fairport (New York, Usa) aveva da poco finito, o quasi, di girare prima di lasciarci per sempre. Tra questi c’è Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1 (2013, con protagonista Jennifer Lawrence nel ruolo di Katniss Everdeen), terzo capitolo della saga nata dalla fantasia di Suzanne Collins. Hoffman morì proprio mentre stava terminando di girare le sue ultime scene sul set. Subito dopo la sua scomparsa, la Universal, casa di produzione del film, annunciò la decisione di non tagliare la parte di Hoffman né di affidarla ad altri, scegliendo di ricreare al computer la sua figura per le restanti sequenze che non ha fatto in tempo a girare. Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1, diretto da Francis Lawrence (Io sono leggenda, Come l’acqua per gli elefanti), uscirà in contemporanea negli Usa e in Italia  il 20 novembre prossimo.

Philip Seymour Hoffman in una scena
di Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1
Anche tra le immagini del teaser trailer (letteralmente un breve trailer, come una strizzata d'occhio, per dare una prima idea della pellicola), di sicuro impatto emotivo, ci sono anche delle comparse di Philip Seymour Hoffman nel ruolo di Plutarch Heavensbee, l’ex Gamemaker. Di grande emozione, come già annunciato, il fatto che il trailer sia raccontato dallultimo Hoffman. Il suo essere messo in bella mostra nel promo indica che gli studios non hanno per niente tagliato il suo ruolo nonostante le tragiche circostanze. Il trailer del film, infine, accoglie anche gli interventi di due new entry nel cast: ovvero Julianne Moore, rivale del President Snow e principale antagonista di Mockingjay, e l’attrice inglese de Il trono di spade, Natalie Dormer, che interpreta Cressida, un’altra ribelle. Il canto della rivolta, va detto, ha come virtuale location la nazione di Panem situata in America settentrionale con capitale Capitol City, che si trova tra le Montagne Rocciose. Il Distretto 12, è invece collocato in una regione ricca di carbone, Appalachia (il riferimento è alle Appalachian Mountains nel versante orientale degli Stati Uniti e del Canada). Ci sono nella saga in tutto dodici distretti, oltre al tredicesimo che fu distrutto da Capitol City per estinguere una rivolta scoppiata anni prima. Gli Hunger Games insomma hanno luogo in un’arena costruita per l’occasione in una località non nota.
s.m.
Per alcune informazioni si ringraziano Today online e Ansa online

Il più bello di martedì 29 luglio, prima serata, sul digitale: ‘Vincere’ (Rai 5, canale 23, alle 21,15)

La locandina
Vincere

Valutazione media: ♥♥♥ = 7,5

RICONOSCIMENTI PRINCIPALI

David di Donatello 2010: miglior regista a Marco Bellocchio, migliore fotografia a Daniele Ciprì, migliore scenografia a Marco Dentici, migliori costumi a Sergio Ballo, miglior trucco a Franco Corridoni, migliori acconciature a Alberta Giuliani, miglior montaggio a Francesca Calvelli, migliori effetti speciali visivi a Paola Trisoglio e Stefano Marinoni; Nastri d'argento 2009: miglior attrice protagonista a Giovanna Mezzogiorno, miglior fotografia a Daniele Ciprì, miglior montaggio a Francesca Calvelli, miglior scenografia a Marco Dentici;  Globo d'oro 2009: migliore attrice a Giovanna Mezzogiorno, miglior fotografia a Daniele Ciprì, Globo d'oro Speciale Stampa Estera a Marco Bellocchio;. Ciak d'oro 2010: migliore fotografia a Daniele Ciprì, miglior montaggio a Francesca Calvelli, miglior manifesto.

La scheda
Un film di Marco Bellocchio. Con Filippo Timi, Giovanna Mezzogiorno, Fausto Russo Alesi, Michela Cescon, Pier Giorgio Bellocchio, Corrado Invernizzi, Paolo Pierobon, Bruno Cariello, Francesca Picozza, Simona Nobili, Vanessa Scalera. Drammatico, Ita/Fra 2009. Durata 128 circa. 01 Distribution.

La trama
Nella vita di Mussolini c’è uno scandalo segreto: una moglie e un figlio, concepito, riconosciuto e poi negato. Questo segreto ha un nome: Ida Dalser. Una donna che grida la sua verità fino alla fine, nonostante il disegno del regime di distruggere ogni traccia che la colleghi al Duce. Per il regime Ida Dalser è una minaccia, una donna da rinchiudere in un ospedale psichiatrico - lontano dal figlio, dalla famiglia, dalla gente - dove tuttavia, incapace di sbiadire nell’ombra e forse salvarsi, continua a rivendicare il suo ruolo di moglie legittima del Duce e madre del suo primo figlio maschio Benito Albino Mussolini. Le loro due esistenze sono state cancellate dal mondo e dalla memoria. Una pagina oscura che la storiografia ufficiale non racconta.

Recensione (rassegna stampa)
Il regista
Marco Bellocchio
Il film fu presentato al Festival di Cannes 2009. “(...) Liberamente ispirato al saggio storico (non privo di zone d’ombra) Il figlio segreto del duce di Alfredo Pieroni - ricorda Claudio Zito di Onda Cinema - il soggetto si adatta benissimo a quella narrazione che getta alle ortiche convenzioni e linearità cui Marco Bellocchio ci ha abituati (...) Prima parte del tutto atipica: un melò estremamente passionale, di fatto senza dialoghi, ma sviluppato a partire da immagini dal fascino gotico, da brevi monologhi privi di risposta, contrappuntato da intuizioni d’avanguardia e rari squarci onirici (...) La tenuta alla distanza è la questione dubbia, in merito alla riuscita del film”, rileva ancora la recensione di Onda Cinema. “L’onnipresenza delle musiche pompose rischia di stancare, mentre lungaggini e altri momenti di noia fanno capolino. Né l’evoluzione parallela di storia e Storia, della follia del regime e di quella, presunta, delle sue vittime, appaiono del tutto convincenti. Ma Bellocchio ha l’intelligenza di non far concludere la sua opera (salvo didascalie finali) con la morte degli sconfitti, bensì con una sequenza straordinariamente evocativa: il figlio segreto del Duce (…) prima di soccombere, si lancia in una schizzata imitazione del padre, mentre il dramma della guerra incombe. Una delle tante sequenze da ricordare - termina Zito - al pari del ricovero della madre successivo al di lei pestaggio”.


Filippo Timi e Giovanna Mezzogiorno in una scena di Vincere
“(...) La paura era che (il film, ndr) non prendesse posizione, limitandosi ad una traccia storica - scrive Glauco Almonte di Cinema del Silenzio - sulla quale muovere Benito e Ida come i due protagonisti di una qualsiasi tragedia. Bastano pochi minuti di Vincere perché passi ogni dubbio: Bellocchio ha fatto un film a tratti imponente, affiancando tanto nelle inquadrature quanto nei dialoghi il suo punto di vista a quello prettamente storico (...) Giovanna Mezzogiorno nei panni della Dalser ci mostra un lato erotico-compulsivo che le è nuovo e riesce a smorzare i toni in una situazione in cui ci si potevano aspettare strepiti a non finire; chi sorprende è Filippo Timi - rileva Cinema del Silenzio - che abbina una prima parte in cui può plasmare un personaggio con un margine di libertà ad una seconda fatta di pochissime ma riuscitissime scene, su tutte l’imitazione del padre per far divertire gli amici (Timi interpreta sia il Duce che il figlio nella loro giovinezza, mentre Mussolini adulto è lasciato alle sole immagini di repertorio). Il prodotto compiuto è alla fine un po’ pesante, molte volte si ha l’impressione che le scene siano troppo lunghe - scrive ancora Almonte - ma subito un’immagine o una breve sequenza affascinante re-immerge lo spettatore nella contemplazione dell’opera (...)”.
redazione

venerdì 25 luglio 2014

Il più bello di venerdì 25 luglio, prima serata, sul digitale: ‘A History of Violence’ (Rai Movie, canale 24, alle 21,15)

La locandina
A History of Violence

Valutazione media: ♥♥♥♥ = 8

La scheda
Un film di David Cronenberg. Con Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt, Heidi Hayes, Ashton Holmes, Peter MacNeill, Stephen McHattie, Greg Bryk, Kyle Schmid, Sumela Kay. Thriller/azione/drammatico. Durata 96' circa. 01 Distribution.

La trama
Tom Stall vive tranquillo e felice con la moglie avvocato e i loro due bambini nella piccola città di Millbrook, Indiana (Usa), ma la loro idilliaca esistenza va in pezzi quando una notte Tom sventa una rapina nel suo ristorante. Quando si accorge del pericolo, entra in azione e salva i suoi clienti e amici uccidendo i due criminali per difesa. La vita di Tom cambia dopo quella notte, tutti lo considerano un eroe e il circo dei media lo spinge sotto i riflettori. A disagio per questa inaspettata celebrità, cerca di ritornare alla vita normale, ma deve confrontarsi con un tipo misterioso e minaccioso, che arriva in città credendo che Tom sia l’uomo dal quale in passato ha subìto ingiustizie. Tom e la sua famiglia reagiscono allo scambio d’identità e lottano per far fronte alla nuova realtà, ma sono costretti a rivedere le loro relazioni e i problemi che li dividono.

Recensione (rassegna stampa)
“Era dai tempi di Crash (2004, ndr) che Cronenberg non ci offriva un film (a sinistra il TRAILER) così rigoroso e crudo - rileva Luca Pacilio di Onda Cinema - senza cedimenti e senza compiacimenti; una storia fatta di immagini asciutte che coprono un’architettura solidissima; la rappresentazione, zeppa di segni, di una realtà codificata attraverso l’uso della fiction (la stessa, nuova, esistenza ... del protagonista si fonda su una finzione: il sogno americano). La violenza ivi rappresentata ‘non è coreografata’ (ipse dixit) ma è scabra, aspra, disturbante, reale; è, soprattutto, un malessere strisciante che si annuncia (i mostri del sogno della bambina: una minaccia in germe) e che, giunto in casa, dilaga epidemico (il figlio che picchia il compagno e ammazza il nemico trova in sé l’energia di un male atavico, la moglie che schiaffeggia il marito, l’amplesso come una lotta mostruosa), è un morbo astratto ma contagioso che contamina un microcosmo apparentemente sterile che
Il regista David Cronenberg
solo la scena finale sembra ricomporre (il gesto con cui la figlioletta mette il piatto in tavola restaura, tra mille perplessità - poiché nulla potrà più essere come prima - il devastato quadro iniziale) ... E nulla sbaglia l’autore da un punto di vista formale: inquadrature taglienti che dicono più di qualsiasi effetto speciale; un piano sequenza iniziale (un lynchiano ingresso nel malefico strange world) superlativo per sospensione, tempi, tensione e che sfocia nell’ordinary world di Tom (la chirurgica direzione della fotografia è del fedele
Peter Sushitzky); superbe scelte attoriali (tutto il cast, nessuno escluso, e un redivivo William Hurt, gigione da applauso); le gravi, strategiche musiche di Howard Shore. Un colpo secco - conclude Pacilio - che ci ha stesi”.

Ed Harris in una scena di A History of Violence
“(...) Tratto da un fumetto di John Wagner il nuovo film di Cronenberg torna sui territori cari al regista”, scrive Giancarlo Zappoli di My Movies - : l’identità, la possibile schizofrenia, il rapporto tra realtà e apparenza. Anche lo stile narrativo gioca su questi elementi, tanto che il film potrebbe essere oggetto di una doppia recensione. Se lo si prende per come appare si tratta di un thriller molto stereotipato con buone dosi di esagerazione narrativa e di umorismo spesso involontario. Se invece lo si legge a partire dalla prima inquadratura che sembra un quadro di Hopper allora le cose cambiano. Si pensa al Cronenberg raffinato intellettuale che opera una rilettura sui generi per svelarne la fragilità e l’ambiguità. Questa volta propendiamo per la prima scelta quasi che il regista canadese, dopo la complessa prova di Spider (2002, ndr) avesse deciso di avvalersi di una fonte di ispirazione ‘bassa’ per vedere come i meccanismi narrativi funzionano in quel contesto senza però volersene distanziare criticamente. Grande - conclude Zappoli - come sempre, Ed Harris”.

redazione

mercoledì 23 luglio 2014

Con ‘Get On Up’ arriva sul grande schermo il biografico su James Brown

La locandina
Valutazione n.d.

La scheda
Un film di Tate Taylor. Con Chadwick Boseman, Viola Davis, Octavia Spencer, Nelsan Ellis, Lennie James, Nick Eversman, James DuMont, Dan Aykroyd, Jill Scott, Keith Robinson, Tika Sumpter. Biografico, Usa 2014. Universal Pictures. Uscita giovedì 6 novembre 2014.

Trama
Basato sull’incredibile storia della vita del ‘Padrino del Soul’, James Brown. Attraverseremo con la musica, il viaggio di Brown, dalla misera infanzia in Georgia fino alla trasformazione in una delle più influenti figure del ventesimo secolo.

Cosa sappiamo
Film biografici, documentari o docufilm che siano, i lungometraggi dedicati ai miti della musica al cinema vanno molto di moda. Ieri abbiamo presentato il biopic sui Duran Duran, Duran Duran: Unstaged (articolo). Oggi con Get On Up (a sinistra il TRAILER) è la volta del ‘Signor Dinamite’, ‘Padrino del Soul’, ‘Più grande lavoratore dello showbiz’ o che dir si voglia, James Brown, morto 73enne ad Atlanta il 25 dicembre del 2006. Una vita ripercorsa a partire dall’infanzia trascorsa in estrema povertà fino all’evoluzione in una delle figure più influenti del ventesimo secolo. Alla regia Tate Taylor (autore nel 2012 del coinvolgente The Help, quattro nomination agli Oscar per un film campione d’incassi) e a incarnare il portentoso re del gospel e del rhythm and blues è stato chiamato Chadwick Boseman (in precedenza giusto una parte di rilievo in 42, nei panni di Jackie Robinson, il primo giocatore di baseball professionista di colore). Nel film recitano anche Dan
Il regista Tate Taylor
Aykroyd
(visto di recente nell’apprezzato Dietro i candelabri) Viola Davis e Octavia Spencer, queste ultime già nel cast del succitato The Help. Il progetto è sostenuto niente popò di meno che dal leader dei Rolling Stones, sir Mick Jagger con Victoria Pearman (Shine a Light) tramite la Jagged Films. Universal Pictures ha reso disponibili un nuovo trailer e una prima locandina ufficiale.

Get on Up è molto più di un riff televangelista, si legge nell’articolo di Filippo Brunamonti su Repubblica online: segue James Brown dall’infanzia, nelle baracche e i paesaggi rurali della Carolina del Sud, nel mezzo della Grande depressione del ‘33, tra abbandoni, abusi, riformatori, celle. Nessuno poteva dettare le regole: lui era destinato a infrangerle. Da pugile amatoriale a musicista di strada, fino alla consacrazione di forza nella musica popolare. Lo stesso genere di musica che ha continuato a ispirare artisti motown, jazz e blues, nonostante Brown resti un talento inclassificabile. Rick Rubin ha scritto: “In un certo senso, James Brown è come Johnny Cash. Johnny è considerato uno dei re della musica country, ma ci sono molte persone che apprezzano Johnny pur non amando il genere country. Lo stesso vale per James Brown e l'R&B”. Nel film di Taylor, Boseman trema, vacilla, incanta, suda; illumina e trafigge il palco, mettendo a fuoco genio e carisma di Brown: dal concerto all’Apollo Theater, Harlem, del 1962 al T. A. M. I. Show filmato nel 1964, dallo storico concerto del 1968 (Boston Garden) al ‘full-on funk’ all’Olympia Theatre di Parigi nel '71, sotto le note da ballata di Try Me e Lost Someone o ritmi incalzanti come Out of Sight e Night Train.

Il re del gospel e del rhythm and blues, James Brown
L’impegno per i diritti civili passa, rabbioso, attraverso la campagna per l’educazione dei bambini poveri - rileva ancora Brunamonti - e, in pieno movimento ‘Pantere Nere’, il manifesto funk, Say It Loud - I’m Black And I’m Proud. Poco prima della morte (…) combatterà per salvare dalla lapidazione Amina Lawal, nigeriana condannata a morte per essere rimasta incinta fuori dal matrimonio. «Trovare James Brown nel volto-specchio di un attore odierno, non era semplice», aggiunge il regista nell’intervista riportata da Repubblica online.
In primo piano l'attore Chadwick Boseman,
in una scena di Get On Up
«Quando si è presentato
Chadwick Boseman e ha recitato con quel dialetto, quella postura, quella musicalità tipica di Brown, dimostrandosi capace di avere 17 anni un giorno e 60 il successivo, mi son detto: “È fatta”. Tant’è vero che l'intera crew si è rivolta a Chad chiamandolo Mr. Brown tutto il tempo».

L’attore Dan Aykroyd interpreta il booking agent Ben Bart; ha collaborato con Brown in Blues Brothers (1980) di John Landis, assieme a John Belushi (ricordate il sermone del reverendo Cleophus James?) e in Doctor Detroit e Blues Brothers 2000. «Lo avevo già visto esibirsi in diverse occasioni, a partire da quando ero un ragazzino, all’Esquire Show Bar a Montreal. Aveva i suoi problemi e le sue difficoltà come essere umano, ma amava le persone. Le amava sul serio. Credo che questo film rifletta la passione per Brown e il suo amore universale. Lui sarebbe orgoglioso specialmente del tono di spiritualità che mette Chad nel rappresentarlo. La voce, il look, la sinuosa paranoia. James Brown ha saputo toccare la vita di tante persone, mantenendo al tempo stesso una distanza netta. Da vero re».
redazione
Per alcune informazioni si ringraziano la Repubblica online e Cine Blog

martedì 22 luglio 2014

Il più bello di martedì 22 luglio, prima serata, sul digitale: ‘La stangata’ (Iris, canale 22, alle 21,01)

La locandina
La stangata

Valutazione media: ♥♥♥♥♥ = 9

RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
Premio Oscar 1974: miglior film a Tony Bill, Michael Phillips e Julia Phillips; migliore regia a George Roy Hill; miglior sceneggiatura originale a David S. Ward; miglior scenografia a Henry Bumstead e James W. Payne; migliori costumi a Edith Head; miglior montaggio a William Reynolds; miglior colonna sonora a Marvin Hamlisch.  National Board of Review Award 1973: miglior film; migliori dieci film.  David di Donatello 1974: miglior attore straniero a Robert Redford. American Cinema Editors 1974: miglior montaggio a William Reynolds. Directors Guild of America 1974: migliore regia a George Roy Hill, Ernest B. Wehmeyer, Ray Gosnell Jr. e Charles Dismukes (assistenti registi). 

La scheda
Un film di George Roy Hill. Con Paul Newman, Robert Redford, Robert Shaw, Charles Durning, Eileen Brennan, Ray Walston, Dimitra Arliss, Harold Gould, John Heffernan, Dana Elcar, Jack Kehoe, Robert Earl Jones, James Sloyan, Charles Dierkop, Lee Paul. Titolo originale: The Sting. Commedia, Usa 1973. Durata 129' circa. Cic Video.

La trama
Chicago negli anni Trenta. Johnny Hooker e il suo amico Luther si guadagnano da vivere organizzando truffe. Un giorno, il pollo di turno si rivela un pericoloso gangster. Luther pagherà con la vita. Hooker sogna la vendetta e si rivolge a un vecchio amico del defunto, Gondorff, uno dei più abili truffatori dello Stato. Insieme organizzano contro il boss, una vera e propria ‘stangata’.

Recensione (rassegna stampa)
“(...) Grandissimo film (qui a sinistra il TRAILER) diretto da George Roy Hill - scrive Enzo Barbato di Storia dei film - già regista di Butch Cassidy interpretato dalla stessa coppia Redford-Newman e non a caso squadra che vince non si cambia. Ottimamente fotografato da Robert Surtees, già consacrato in Ben-Hur, che utilizza spesso il bruno, il seppia e il verde, magistralmente combinati, per mettere in risalto lo squallore dei bassifondi di una grande metropoli degli anni '30. E la colonna sonora? In quanti abbiamo fischiettato The entertainer? In quanti ci siamo emozionati con Solace? Il ragtime di Scott Joplin, ripescato per l’occasione è quanto mai azzeccato. Sette Oscar tutti meritati - conclude Barbato - per un’opera davvero formidabile”.

“(...) La stessa squadra di Butch Cassidy - si legge su il Morandini ripreso da My Movies - ha messo a segno, almeno al botteghino, un altro successo con un film comico a suspense (comedy suspenser) che deve molto al rag-time di Scott Joplin (arrangiato da Marvin Hamlish che in quell’anno ebbe la ventura più unica che
Una scena con Paul Newman e Robert Redford
rara di vincere anche un secondo Oscar per la canzone di
Come eravamo), al carisma dei suoi due bidonisti e alla fin troppo elegante ricostruzione d’epoca (...)”.

“La cosa migliore del film, come dicono nel documentario presente nel dvd, è che riesce a sorprendere sempre”, si legge in una delle recensioni dei lettori di Film Scoop - E quando pensi una cosa, la storia prende un’altra direzione e guardandolo per la prima volta non sai mai cosa può succedere o come si svilupperà la stangata che i protagonisti stanno mettendo a segno. E questo è meraviglioso perché il film tiene la tensione altissima, e giuro che il finale mi ha sorpreso veramente. Una sceneggiatura perfetta con colpi di scena magistrali. Redford e soprattutto Newman rendono i loro ruoli alla perfezione. Da vedere e anche rivedere”.
redazione