La locandina |
L'infedele
La
scheda
Un film di Liv Ullmann. Con Erland Josephson,
Lena Endre, Krister Henriksson, Thomas Hanzon, Michelle Gylemo, Juni Dahr,
Philip Zandén, Thérèse Brunnander, Marie Richardson, Stina Ekblad, Johan
Rabaeus, Jan-Olof Strandberg, Björn Granath, Gertrud Stenung, Åsa Lindström. Titolo
originale: Trolösa. Drammatico, Sve
2000. Durata 155' circa. Mikado - Multimedia San Paolo.
La trama
Marianne,
donna matura e attrice, va a trovare un anziano scrittore e comincia a
raccontargli la propria storia. Sposata con Markus, famoso direttore d’orchestra
e come tale spesso in giro per il mondo, Marianne, durante l’assenza del
marito, accoglie in casa il migliore amico di lui, David. Cenano insieme e lei
lo invita a restare per la notte. Così comincia la relazione tra i due. Insieme
progettano un viaggio a Parigi, dove vanno insieme a Markus. Sulla via del
ritorno, si fermano in un albergo. Poi per un po’ si lasciano. Il 20 agosto si
rivedono e tra loro si verifica un altro incontro sessuale. Qui arriva Markus
che li sorprende ma dice che sapeva già tutto da tempo. C’è il problema di
Isabelle, la figlia piccola. Marianne vuole trasferirsi da David, il padre
reclama la figlia. Durante il soggiorno estivo in campagna, Markus chiama
Marianne per proporre una soluzione. Ma la proposta è orribile: Markus vuole
ancora una volta avere un rapporto con la moglie prima di concedere l’affidamento.
Marianne dice in seguito a David di aver accettato. Qualche tempo dopo arriva
la notizia che Markus si è tolto la vita. Quindi si vede Marianne che annega e
muore. Ma a questo punto, la donna dice di avere terminato il racconto. Si alza
e va via, lasciando lo scrittore solo e angosciato.
Lena Endre e Erland Josephson in L'infedele |
Recensione
(rassegna stampa)
“(...) Con lenti movimenti di macchina e
atmosfere sospese - scrive Valeria Chiari di Film Up - in una scenografia scarna ed essenziale, si sviluppa la storia
raccontata dalla sceneggiatura di Ingmar Bergman e diretta
da Liv
Ullmann. Un’infedeltà
premeditata, iniziata come gioco, che si trasforma velocemente in una tragedia
(...) È uno scavare interiore inesorabile che coinvolge e sconvolge lo
spettatore inchiodandolo davanti allo schermo, incapace anch’esso di sfuggire
all’inevitabile tormento, all’arduo e impietoso studio di un matrimonio e della
sua fine fatale. Attori straordinari a partire dal bergmaniano Erland
Josephson,
l’anziano scrittore specchio dell’anima dello stesso Bergman; Lena
Endre - conclude
Chiari - eccezionale interprete delle emozioni e dello strazio di Marianne”.
La regista Liv Ullmann |
“(...) Film (presentato in concorso al 53°
Festival di Cannes, ndr) ‘con’ e ‘senza’
Bergman”, rileva
Giancarlo Zappoli di My Movies - ‘Con’ perché di Bergman sono il
soggetto e la sceneggiatura. ‘Senza’ perché la Ullmann è come se
ne avvertisse l’assenza e cercasse di sostituirne lo sguardo senza cercare vie
originali per il proprio film. Ne deriva così un film senz’altro interessante
ma irrimediabilmente ‘datato’. Siamo di fronte a una fotocopia di qualità che
lascia però aperti due quesiti: 1) perché il Maestro non torna dietro la
macchina da presa? 2) perché gli attori che a lui devono la loro fortuna non si
decidono a recidere il cordone ombelicale? L’età ormai ce l’hanno”,
conclude Zappoli.
redazione
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