Il set di Harry e Tonto nel 1974 |
Il suo periodo più felice si concentrò fra
gli anni Ottanta e Novanta, anche se uno dei suoi film di maggior successo uscì
nel 1978 ed è Una donna tutta sola (nomination all’Oscar), commedia drammatica
con Michael
Murphy e Jill
Clayburgh.
A ottantaquattro anni, al Cedars Sinai Hospital di Los Angeles Paul
Mazursky (vero nome
Irviz Mazursky, di abbastanza chiare origini ebraiche) è morto. Un decano della
commedia cinematografica, che prima di diventare
regista si affermò come
attore. Nel corso della sua carriera - come ricorda la Repubblica online - aveva
riscosso cinque nomination per la
statuetta dorata degli Academy Awards. Non fu mai premiato, ma l’anno scorso
aveva ricevuto la sua stella sul Walk of Fame e all’inizio di quest’anno il
premio alla carriera della Writers Guild.
Paul Mazursky in una foto abbastanza recente |
Le sue commedie da regista parlano spesso di
sesso e dell’eterno gioco delle coppie. Fra i suoi ultimi lavori, la regia di Coast to Coast (2003), Winchell (1998), Infedeli
per sempre
(1996). Come attore partecipò a una stagione della serie tv I Soprano (2000-2001),
al film Pazzi
in Alabama
(1999) diretto da Antonio Banderas. Era sposato dal 1953 con l’attrice
Betsy
Purdy (un’unione
di oltre sessant’anni) e aveva una figlia, Meg. Nato a Brooklyn (New York) il
25 aprile 1930, anche se si proclamò ateo, il giovane Paul fu comunque un
tipico rappresentante dell’umorismo ebraico newyorkese. Considerato spesso, a
torto, un Woody Allen in minore, si era tolto lo sfizio di dirigerlo nel 1991 in Storie di
amori e infedeltà.
Woody Allen in Storie di amori e infedeltà diretto da Mazursky |
Mazursky iniziò a
lavorare come attore di teatro e tv all’inizio degli anni Cinquanta, dopo
essersi diplomato in letteratura al Brooklyn College. Partecipò anche a lavori
come Fear
and Desire
di Stanley
Kubrick del ‘53 e a Il seme
della violenza
diretto da Richard Brooks nel 1955. Alla fine degli anni Cinquanta si trasferì a Los Angeles,
dove lavorò come attore e autore di cabaret e per la televisione (fu anche in
tre episodi del celebre Ai confini della realtà). Nel 1962 girò
un cortometraggio, Last Year at Malibu, parodia di L’année
dernière à Marienbad di Alan Resnais, che venne ben accolto dalla critica, un
risultato che lo convinse a tentare con il grande schermo. Il suo debutto
dietro la macchina da presa fu con Bob and Carol and Ted and Alice, del 1969,
che ricevette una nomination all’Oscar per il soggetto e la sceneggiatura. Non ottenne
lo stesso risultato, invece, Alix in Wonderland del 1970,
con Donald
Sutherland.
I vent’anni successivi rappresentarono per Mazursky il periodo
di maggiore produttività. Si concentrò in particolare su due filoni, quello
autobiografico-intimista e quello della satira di costume: un umorismo
agrodolce, il suo, che nei film nasce spesso in un ambiente ebraico, quello
delle sue origini. Con la sua formazione, marcò la differenza rispetto agli studios hollywoodiani e puntò a un
cinema meno mastodontico dal punto di vista della produzione, più agile, così
come più agile fu la tecnica nell’ottica di un maggiore realismo.
Un'immagine datata del regista di origine ebraica |
redazione
Per
alcune informazioni si ringraziano la Repubblica online e Coming Soon
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