giovedì 20 febbraio 2014

E lasciateci realizzare un sogno! “Una domenica notte” – Il tema

Scheda del film

Un film di Giuseppe Marco Albano. Con Antonio Andrisani, Francesca Faiella, Ernesto Mahieux, Claudia Zanella, Anna Ferruzzo, Saman Anthony, Adolfo Margiotta, Pietro De Silva, Alfio Sorbello, Rocco Barbaro, Pascal Zullino, Pinuccio Sinisi, Tiziana Schiavarelli, Marit Nissen. Commedia Ita 2013. Durata 90'. Valutazione Mymovies.it 2,50/5.
La locandina
Trama del film
La storia è di Antonio Colucci, 46 anni. Un uomo che avrebbe voluto essere un grande regista di film horror e che all'età di ventisei anni sembrava promettere bene. Dopo il fiasco del primo lungometraggio (le cui traversie produttive relegano il film al solo mercato dell’home video tedesca) si sposa e ha un figlio. Il divorzio, la quotidianità e la mancanza d’intraprendenza lo bloccano nella sua cittadina di provincia, dove il miraggio del cinema lentamente svanisce.
Tema del film
Non amo punti di domanda o esclamativi nei titoli. Ma a volte il loro utilizzo è indispensabile. Capita, spesso, di volerlo urlare: e lasciateci realizzare un sogno! Siamo lì, attoniti, a tentare di capire come facciano quelli che il loro sogno riescono a realizzarlo. Dei sospetti, a dire il vero, ce li abbiamo. Anzi, sono più che sospetti, sono semi certezze che è buona abitudine non gettare nella generalizzazione. Il punto è che non ci lasciano lavorare. Tema – è scontato dirlo ma lo dico – di lacerante attualità. Non ci lasciano lavorare soprattutto se non siamo appena usciti dall’università. Se abbiamo già lavorato e quindi abbiamo un buon curriculum e quindi potremmo avanzare pretese e quindi costeremmo troppo e quindi arrivederci e grazie.

Una scena del film (foto Filmforlife.org)
In sostanza di questo parla Una domenica notte del giovane regista Giuseppe Marco Albano (prima volta per lui in un film “vero” dopo vari lungometraggi, alcuni molto apprezzati). Il protagonista, non riesce a trasformare in realtà tutti i suoi tentativi di realizzare un film, il film della sua vita. Niente da fare. In un paese di provincia poi, per giunta dell’Italia meridionale (il film è girato a Matera e a Bernalda, città natale della famiglia Coppola), non ne parliamo. Ed è proprio in provincia che le condizioni in cui è ridotta l’Italia sono più evidenti. A cominciare dal trovare i soldi per finanziare l’opera. A pochi non sarà capitato. Ti dicono, “guarda ho parlato con tizio, chiamalo e prendici un appuntamento, forse ti può aiutare”. Ti rechi dal tizio in questione che, nel migliore dei casi ti accoglie con una sorridente stretta di mano, continua a sorridere e nel 99 percento dei casi arriva a paralizzarsi in un ghigno inquietante quando gli dai la conferma che la tua necessità è soprattutto di carattere economico. “Arrivederci e in bocca al lupo per tutto, che vuole, il periodo è quello che è”. Bello, ah sì, bello.
Forse c’è un pizzico di autobiografico nel film di Albano. Forse. Mi piacerebbe sapere con assoluta certezza di veridicità come ha fatto, alla fine, a girarlo questo suo Una domenica notte. Che, per quanto deduco da qualche recensione, non è malaccio ma neppure il “film da non perdere”. Mi astengo dall’inflazionatissima frase “sosteniamo il cinema italiano”. Vedere un film al cinema costa e le recensioni servono proprio a fare una selezione. Cercate, comunque, di non essere troppo selettivi e di non accorrere solo ai “Verdone” ormai raffermi.
 
Tornando al tema. Ci è concesso non scendere a compromessi? Tutti quelli che scrivono libri, realizzano film e via raccontando, vogliono dirci che sì, si può arrivare alla meta senza fare il famoso “patto col diavolo”. Storco la bocca. Non sono un ragazzino e ho un’idea abbastanza nitida di come funzioni il meccanismo. E giustifico chiunque – quasi chiunque – a quei patti sia disposto a starci. Chi non lo farebbe pur di farcela, pur di migliorare la propria vita, che poi è solo quella?
 
Stefano Marzetti

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