La locandina |
Il
giardino di limoni
La
scheda
Un film di Eran Riklis. Con Hiam Abbass, Ali
Suliman, Doron Tavory, Rona Lipaz-Michael, Tarik Kopty, Amos Lavi, Amnon Wolf,
Smadar Jaaron, Danny Leshman, Hili Yalon, Linon Banares, Jamil Khoury, Makram
Khoury, Yair Lapid, Loai Nofi, Ayelet Robinson, Einat Saruf, Michael
Warshaviak. Titolo originale: Lemon Tree. Drammatico, Isr, Ger, Gra 2008.
Teodora Film.
La trama
Salma Zidane
vive in Cisgiordania, ha 45 anni ed è rimasta sola da quando suo marito è morto
e i suoi figli se ne sono andati. Quando il ministro della difesa israeliano si
trasferisce in una casa vicina a quella di Salma, la donna ingaggia una battaglia
legale con gli avvocati dell’importante politico che, per motivi di sicurezza,
vogliono abbattere i secolari alberi di limoni che sono nel suo giardino. Ma
Salma non lotterà da sola. Infatti, oltre al supporto del suo avvocato - un
trentenne divorziato con cui nasce un profondo sentimento amoroso - Salma
troverà inaspettato anche quello della moglie del ministro che, stanca della
sua vita solitaria per gli impegni del marito, prende a cuore il caso della sua
vicina di casa palestinese
Recensione
(rassegna stampa)
“(...) Per raccontare il dramma della
convivenza (im)possibile tra israeliani e palestinesi - scrive Federico Gironi di Coming Soon - il regista Eran Riklis non sceglie
una storia di coloni o di zone di confine ad alta tensione, ma una vicenda
semplice e privatissima che diventa presto un caso politico e mediatico. Il giardino
di limoni
stigmatizza le prepotenze e le assurde e arroganti pretese di Israele, mette
alla berlina il lavarsene le mani di alcuni e l’arroccamento di altri, ma ne ha
anche per le ambiguità dei palestinesi: il rischio, non sempre evitato, è
quello di un cerchiobottismo un po’ d’accatto, ma certe scelte sono comunque
efficaci nella loro rilevanza simbolica (...) Nel finale Riklis mostra con
uno sberleffo crudele l’inutilità di certe pretese e l’apparente impossibilità
di una conciliazione, ma lascia che nel terreno rimangano delle radici che
potrebbero far crescere un nuovo modo di parlarsi e capirsi. Un finale che
lascia in bocca un gusto agro - conclude Gironi - proprio come se si fosse
addentato un limone, ma non del tutto privo di quella dolcezza che si chiama
speranza”.
Una scena de Il giardino dei limoni del regista Eran Riklis |
redazione
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