La locandina |
L'allenatore
nel pallone
Valutazione media: ♥♥♥ = 6,5
La
scheda
Un film di Sergio Martino. Con Lino Banfi,
Licinia Lentini, Camillo Milli, Giuliana Calandra, Viviana Larice, Stefania
Spugnini, Gigi Sammarchi, Franco Caracciolo, Andrea Roncato, Stefano Davanzati,
Urs Althaus, Antonio Zambito, Maurizio Faraoni, Michela Zampa, Francesco
Caracciolo, Ennio Antonelli, Gila Golan. Commedia, Ira 1984. Durata 98' circa.
Avo Film.
La trama
Oronzo Canà,
allenatore disoccupato, è ingaggiato dalla squadra di calcio Longobarda,
neopromossa in serie A, il cui presidente - un piccolo industriale del Nord - è
tradito dalla moglie con il giovane e prestante centravanti della squadra,
Speroni. La campagna acquisti, condotta in modo maldestro dal patron, è un
disastro: pertanto Canà va in Brasile con il sedicente mediatore Andrea il
quale, aiutato dall'amico Gigi, tenta di truffarlo. La truffa va male e solo
per un caso Canà torna, dopo alcune disavventure, in Italia con una giovane
promessa del calcio: Aristoteles. Grazie a questi la squadra è tra le prime in
classifica ma all’improvviso e per sua volontà, Speroni riesce ad allontanare
dalla squadra Aristoteles colpendolo con violenza a una caviglia. Mentre
Aristoteles tarda a guarire, la Longobarda precipita all’ultimo posto in
classifica. Nell’ultima giornata di campionato il presidente svela a Canà che,
ritenendolo un incapace, l’ha assunto convinto che con lui la squadra sarebbe
di sicuro tornata in serie B, cosa che lui si auspica perché troppo gli costa
mantenere una compagine di prima divisione. Per questo motivo Canà, pena il
licenziamento, dovrà perdere l’ultima partita, mantenendo in panchina
Aristoteles ormai guarito. Canà accetta, in un primo momento, ma poi pentito e
dietro le insistenze della figlia manda in campo Aristoteles il quale fa
vincere la squadra. La Longobarda rimane in serie A ma Oronzo Canà è
licenziato.
Recensione
(rassegna stampa)
Un film che divide il pubblico italiano. Da
una parte quello che davanti al grande schermo o alla televisione cerca più
spesso la possibilità di svagarsi con gli action-thriller
(anche quelli di basso livello) o di farsi due risate grazie alla più
demenziale comicità. Dall’altra quello che nel cinema cerca una forma d’arte
rispettosa di determinati canoni e che - a volte con un po’ di snobismo - non
tiene in minima considerazione pellicole come L’allenatore nel pallone. Una cult-trash per antonomasia, che ha fatto
breccia nell’immaginario collettivo di un Paese che ha nel dio-pallone il vero
e proprio totem. Di certo nella seconda categoria di pubblico è inscritta gran
parte della critica specializzata. Per cui non ci si meraviglia che Francesco Mininni di Magazine Italiano Tv (ripreso da Coming Soon),
abbia rilevato che calcio e cinema “non sono mai andati molto d’accordo.
Figurarsi poi se s’incontrano in un ambiente disastrato come quello della
farsaccia italiana di serie ‘z’. Da segnalare le
apparizioni di autentici
protagonisti delle domeniche sportive che allietano l’italiano medio: Pruzzo,
Ancelotti, Liedholm, De Sisti, Graziani, Schillaci ancora non lo conosceva nessuno”.
Lino Banfi in un'immagine emblematica del film |
Del film esiste anche un sequel del 2007, L’allenatore
nel pallone 2 (diretto ancora da Sergio Martino) che, come
rileva la recensione di My Movies, “non possiede la magia dell'originale (...)”
e manca “(...) della sua arma più sottile ed efficace, quella naturalezza e
quella genuinità che né quel cinema di genere, né quel calcio alla genesi del
divismo e dell’opulenza posseggono più (...)”, scrive Pierpaolo Simone.
Un'altra scena de L'allenatore nel pallone del regista Sergio Martino |
redazione
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