mercoledì 16 luglio 2014

Il più bello di mercoledì 16 luglio, prima serata, sul digitale: ‘L'allenatore nel pallone’ (Rete 4, canale 4, alle 21,15)

La locandina
L'allenatore nel pallone

Valutazione media: ♥♥♥ = 6,5

La scheda
Un film di Sergio Martino. Con Lino Banfi, Licinia Lentini, Camillo Milli, Giuliana Calandra, Viviana Larice, Stefania Spugnini, Gigi Sammarchi, Franco Caracciolo, Andrea Roncato, Stefano Davanzati, Urs Althaus, Antonio Zambito, Maurizio Faraoni, Michela Zampa, Francesco Caracciolo, Ennio Antonelli, Gila Golan. Commedia, Ira 1984. Durata 98' circa. Avo Film.

La trama
Oronzo Canà, allenatore disoccupato, è ingaggiato dalla squadra di calcio Longobarda, neopromossa in serie A, il cui presidente - un piccolo industriale del Nord - è tradito dalla moglie con il giovane e prestante centravanti della squadra, Speroni. La campagna acquisti, condotta in modo maldestro dal patron, è un disastro: pertanto Canà va in Brasile con il sedicente mediatore Andrea il quale, aiutato dall'amico Gigi, tenta di truffarlo. La truffa va male e solo per un caso Canà torna, dopo alcune disavventure, in Italia con una giovane promessa del calcio: Aristoteles. Grazie a questi la squadra è tra le prime in classifica ma all’improvviso e per sua volontà, Speroni riesce ad allontanare dalla squadra Aristoteles colpendolo con violenza a una caviglia. Mentre Aristoteles tarda a guarire, la Longobarda precipita all’ultimo posto in classifica. Nell’ultima giornata di campionato il presidente svela a Canà che, ritenendolo un incapace, l’ha assunto convinto che con lui la squadra sarebbe di sicuro tornata in serie B, cosa che lui si auspica perché troppo gli costa mantenere una compagine di prima divisione. Per questo motivo Canà, pena il licenziamento, dovrà perdere l’ultima partita, mantenendo in panchina Aristoteles ormai guarito. Canà accetta, in un primo momento, ma poi pentito e dietro le insistenze della figlia manda in campo Aristoteles il quale fa vincere la squadra. La Longobarda rimane in serie A ma Oronzo Canà è licenziato.

Recensione (rassegna stampa)
Un film che divide il pubblico italiano. Da una parte quello che davanti al grande schermo o alla televisione cerca più spesso la possibilità di svagarsi con gli action-thriller (anche quelli di basso livello) o di farsi due risate grazie alla più demenziale comicità. Dall’altra quello che nel cinema cerca una forma d’arte rispettosa di determinati canoni e che - a volte con un po’ di snobismo - non tiene in minima considerazione pellicole come L’allenatore nel pallone. Una cult-trash per antonomasia, che ha fatto breccia nell’immaginario collettivo di un Paese che ha nel dio-pallone il vero e proprio totem. Di certo nella seconda categoria di pubblico è inscritta gran parte della critica specializzata. Per cui non ci si meraviglia che Francesco Mininni di Magazine Italiano Tv (ripreso da Coming Soon), abbia rilevato che calcio e cinema “non sono mai andati molto d’accordo. Figurarsi poi se s’incontrano in un ambiente disastrato come quello della farsaccia italiana di serie ‘z’. Da segnalare le
Lino Banfi in un'immagine emblematica del film
apparizioni di autentici protagonisti delle domeniche sportive che allietano l’italiano medio: Pruzzo, Ancelotti, Liedholm, De Sisti, Graziani, Schillaci ancora non lo conosceva nessuno”.

Del film esiste anche un sequel del 2007, L’allenatore nel pallone 2 (diretto ancora da Sergio Martino) che, come rileva la recensione di My Moviesnon possiede la magia dell'originale (...)” e manca “(...) della sua arma più sottile ed efficace, quella naturalezza e quella genuinità che né quel cinema di genere, né quel calcio alla genesi del divismo e dell’opulenza posseggono più (...)”, scrive Pierpaolo Simone.


Un'altra scena de L'allenatore nel pallone del regista Sergio Martino
“(...) Definito a suo tempo dal noto critico Morando Morandini “avanspettacolo di terz'ordine” - si legge su Dvd.it - L’allenatore nel pallone (...) si è certo preso le sue rivincite, diventando con il tempo un cult e un grande successo (...) Personaggi come Oronzo Canà, l’allenatore casereccio interpretato da Lino Banfi protagonista della bizzarra vicenda, o Aristoteles, il fuoriclasse brasiliano sconosciuto che tutte le squadre vorrebbero trovare, sono oramai dei piccoli miti, così come la squadra della Longobarda o la ‘bi-zona’, la tattica del 5-5-5 che va contro tutte le regole (...) In realtà lo spettacolo offerto, se si tolgono le bellezze brasiliane che compaiono nella prima parte della pellicola, non presenta nessun abuso di volgarità, divertendo, spesso molto, semplicemente ironizzando, attraverso le alterne fortune di una figura centrale nel calcio come quella dell’allenatore, sullo sport che più appassiona gli italiani (esilarante ad esempio il calciomercato del presidente della Longobarda), e sfruttando al meglio l’esuberante mimica del comico pugliese, vero e proprio mattatore, in una delle sue migliori caratterizzazioni (...) Simpatici l’accompagnamento musicale dei fratelli De Angelis, noti più come Oliver Onions, e i due personaggi interpretati da Gigi e Andrea, mentre piuttosto inutili le svariate comparsate dei vari addetti ai lavori di quegli anni (...)”.
redazione

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