VISTI AL CINEMA
Motherless Brooklyn
Mia valutazione ♥♥♥♥ = 7,4
Rivedibilità 8/10
Scheda
La locandina del film |
Regia di Edward Norton, con Edward Norton, Bruce Willis, Gugu Mbatha-Raw, Alec Baldwin, Willem Dafoe, Cherry Jones. Titolo originale: Motherless Brooklyn. Genere: Drammatico, Usa 2019, durata 144 minuti. Uscita cinema: giovedì 7 novembre 2019; distribuito da Warner Bros Italia.
New York, anni Cinquanta del secolo scorso: salvati da bambini da un orfanotrofio violento soprannominato Motherless Brooklyn, Lionel e i suoi compagni di sventura fanno gli investigatori privati per l’esperto Frank, che è anche l’uomo che li ha salvati da un destino molto incerto. Ma il capo muore durante un’operazione importante e da quel momento Lionel, più degli altri, comincia una personale indagine per risalire agli autori dell’omicidio e ai motivi che hanno portato alla morte del suo ‘padre adottivo’. Fingendosi giornalista, il giovane detective – oltre a trovare l’amore – riuscirà a ricostruire l’intricata trama degli sporchi affari commessi ai danni dei quartieri poveri della città, acquistati e rasi al suolo per far sloggiare gli sventurati residenti.
Recensione
Un detective orfano dalla nascita, con una memoria geniale e un’insaziabile curiosità, nel tentativo di risalire ai mandanti dell’omicidio del suo capo e tutore, rimette insieme i pezzi di un sistema di malefatte nel settore dell’edilizia comunale della New York degli anni Cinquanta dello scorso secolo. Per farlo è costretto a vedersela con l’arroganza del potere ufficiale intrecciato a quello mafioso, oltre che combattere la sua quotidiana battaglia contro il ‘disturbo’ di cui non sa poi molto a livello scientifico (oggi identificato come sindrome di Tourette, anomalia neurologica che, in parole povere, causa una mancanza di coordinamento tra inconscio, verbalizzazione e azione). Uno spunto narrativo che fa di questo Motherless Brooklyn – I segreti di una città una sorta da gangster movie tra il giallo e il noir, non solo coinvolgente nel dispiegarsi degli eventi e per costruzione della trama, ma anche con la giusta dose di ironia per allontanare il rischio che l’opera si prenda mai troppo sul serio.
Mattatore di questa vicenda tratta dal romanzo del newyorchese Jonathan Lethem, è Edward Norton, che si è occupato della riscrittura cinematografica, della regia (dopo una lunga pausa in questa mansione) e del ruolo del protagonista, il detective privato Lionel Essrog. Il suo personaggio è un uomo immalinconito da un’infanzia avara di affetti e in parte menomato dai fastidi causati dal suo zoppicante sistema nervoso, svantaggi che compensa grazie alla giusta dose di autostima, arguzia e al senso di lealtà che lo spinge a voler rimettere le cose in pari dopo la prematura scomparsa del suo mentore Frank Minna (in questo ruolo troviamo un Bruce Willis finalmente strappato alla slavina di thriller scadenti a base di piatta violenza cui si è prestato negli ultimi dieci anni per restare sulla breccia). Norton, dal canto suo, non deve faticare per dare conferma delle proprie capacità di interprete eclettico, espressivo e coinvolgente, che lo rendono adattabile a qualsiasi personificazione.
Da un cast fatto anche di nomi illustri emergono Willem Dafoe (nello stesso anno ammirato per l’intensità recitativa offerta in Che Lighthouse di Robert Eggers), nella parte dell’architetto caduto in disgrazia che cerca di vendicarsi ai danni del suo stesso fratello. Ecco, quindi, il villain del racconto, interpretato da un energico Alec Baldwin (più che buona la sua prova nel coinvolgente Zona d’ombra, 2015, di Peter Landesman), che personifica un alto funzionario del settore sviluppo pubblico cittadino, dai metodi molto più simili a quelli di un boss della mala che di un tecnico prestato alla politica, ammesso che questa non sia una regola. Fra i personaggi di contorno una nota di merito va alla britannica Gugu Mbatha-Raw (vista proprio in Zona d’ombra e con un ruolo corposo nel robusto Free State of Jones, 2016, di Gary Ross), nei panni dell’attivista afroamericana che riesce a vedere con nitidezza la vera natura di Lionel e che con lui unisce le forze e intreccia una relazione sentimentale.
Motherless è una successione di eventi da seguire con attenzione per non perdere i vari snodi e intrecci tipici della detective story più classica. Qualche momento di lentezza non pregiudica la scorrevolezza complessiva dell’opera di Norton, sostanzialmente compatta e coinvolgente. Di ottimo livello costumi e scenografia, come la raffinata fotografia che racconta una New York di un tempo che fu. Consigliato a tutti per una serata di qualità.
Stefano Marzetti
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